Una diffida al Tg1, un richiamo al Tg4 e a Studio Aperto. L’Agcom punta il mirino e spara: quei notiziari posseggono un “forte squilibrio” a favore della maggioranza e del Governo. La decisione dell’Autorità arriva a seguito di un’analisi dei dati relativi al monitoraggio sul pluralismo nel periodo luglio-agosto-settembre 2010 e al tempo dedicato dai Tg alle diverse forze politiche. Secondo la Commissione Servizi e Prodotti dall’Autorità per le Comunicazioni, il telegiornale più sbilanciato sarebbe quello di Augusto Minzolini, che ancora una volta finisce sotto la sassaiola delle critiche.
Lo stesso direttore del Tg1 ha subito tentato la difesa dichiarando: “Dai dati che ho disposizione, non risulta questa disparità di trattamento che rileva l’Agcom. Rai e Autorità dovrebbero mettersi per prima cosa d’accordo sui dati da utilizzare”. Secondo il Minzo ci sarebbe anche una strana discordanza tra i dati diffusi dall’Osservatorio di Pavia (secondo il quale il Tg sarebbe in linea con la divisione 30 al governo, 30 alla maggioranza, 30 all’opposizione) e quelli analizzati dall’Autorità. “Il Tg1 non rispetta neanche le regole formali. La diffida di Agcom conferma che, anche sul piano formale, il Tg1 è ormai diventato una voce della maggioranza, e anche tra le più faziose” commenta Paolo Gentiloni, responsabile delle comunicazioni del PD, che poi aggiunge: “l’accostamento al Tg4 e a Studio Aperto parla da sé“.
Gli ha risposto a distanza il direttore del Tg4 Emilio Fede, uno che non ha mai nascosto la sua personale vocazione berlusconiana: “Anche se più che il richiamo dell’Agcom sento il richiamo della foresta, risponderò che ho sempre agito nel rispetto delle regole dell’equilibro ma soprattutto dell’onestà professionale. La norma della quale sono più rispettoso è quella della deontologia“. Da Studio Aperto, il direttore Giovanni Toti sottolinea che sarebbe opportuno tenere sempre presente “oltre al mero dato numerico anche le priorità giornalistiche imposte dalla cronaca politica“. Il giornalista ritiene che il suo tg sia “equidistante” ma si impegna a riequilibrarlo qualora i dati di Agcom fossero veri.
Il rimprovero dell’Autorità sulle comunicazioni è certamente duro, ma è altrettanto vero che esso si basa su un monitoraggio che riguarda i mesi luglio-agosto-settembre, periodi in cui la cronaca politica è stata praticamente obbligata a parlare della maggioranza e delle sue rotture con la componente finiana. La storia infinita dell’appartamento a Montecarlo, con le dichiarazioni indignate dei berluscones ad ogni ora, non vi ricorda nulla?
In quei giorni la Rai valutò addirittura la possibilità di riaprire i talk show per approfondire meglio quelle vicende, poi non se ne fece nulla: del governo e della sua tenuta, che sembrava messa in crisi, dovevano occuparsi i tg. Su quegli avvenimenti i commentatori più scatenati erano proprio gli esponenti del centrodestra. Questo non giustifica affatto gli eventuali squilibri e le anomalie registrate dall’Agcom, ma sottolinea soltato la particolarità del periodo a cui i dati si riferiscono. Ora i Tg sbilenchi sono sotto tiro e i gendarmi dell’Agcom non intendono fare sconti: ”Qualora tale squilibrio perdurasse – avvertono – verranno adottati ulteriori provvedimenti.”
1. Charlie ha scritto:
21 ottobre 2010 alle 21:25