I detrattori di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu che parlano di una loro involuzione, accompagnata da perdita di verve e brillantezza, saranno contenti di vedere il duo comico alle prese con una nuova esperienza.
Luca e Paolo, infatti, faranno parte del quintetto scelto per la conduzione di Sanremo 2011: a loro l’arduo compito di far sorridere lo schizzinoso pubblico dell’Ariston e di sfruttare al meglio quella che sembra essere la loro grande occasione. Intendiamoci, ancora oggi dopo 13 anni dalla prima puntata, quello de “Le Iene” è un bel palcoscenico, ma non ha offerto loro la consacrazione al grande pubblico.
Non siamo certi però che il Festival sia la situazione adatta a sdoganare i due come comici. Non sappiamo, infatti, se il loro umorismo molto “politically uncorrect” e la loro satira politica espressa nella trasmissione di Italia 1 si presti alla liturgia sanremese, a maggior ragione in un’edizione che celebri adeguatamente il 150° anno dall’unità d’Italia. Se volessero ironizzare sulle co-conduttrici Belen e Canalis, potrebbero farlo con quei modi e quei termini così ruspanti ed allusivi che utilizzavano quando il soggetto delle loro battute era la Marcuzzi o la Blasi? Potrebbero rivolgersi, come fanno di solito, al politico di turno con quello stile così fintamente servile e supino da risultare graffiante senza provocare un probabile sciame di polemiche?
Certo Sanremo è Sanremo, una proposta che economicamente (sembra che il duo sia molto sensibile a questa argomentazione) e professionalmente non si può rifiutare, ma dubitiamo che il loro spirito si adatti alla prima serata – specie in un contesto così istituzionalizzato – ed al target della prima rete Rai.
Magari le loro performance ci smentiranno, Luca e Paolo peraltro sono dei perfezionisti ed arriveranno sul palco dell’Ariston sicuramente preparati su contenuti da portare in scena e termini da utilizzare, ma non vorremmo che tralasciassero la loro impronta sarcastica a favore di tristi siparietti studiati a tavolino. Ci dispiacerebbe, insomma, se la grande occasione, meritata per i risultati ottenuti sul campo, si tramuti in un rimpianto.
1. sirgeorgebest83 ha scritto:
7 ottobre 2010 alle 18:09