Amore criminale, ovvero amore che cambia faccia e diventa morte, violenza, persecuzione. Il concetto di fondo della trasmissione di Raitre (Martedì 10 agosto, ore 21.10) è chiaro, tanto quanto le immagini e il linguaggio adoperato.
Il programma, condotto dalla brava Camila Raznovich, racconta storie di donne vittime di violenza coniugale e non da parte di uomini senza scrupoli, e lo fa attraverso la modalità televisiva della docufiction: in altri termini, si ricostruiscono le varie storie attraverso le testimonianze dei diretti protagonisti (a volte, la stessa vittima fortunatamente sopravvissuta) alternando filmati originali ad altri recitati con l’ausilio di attori. Il risultato è quindi una sorta di film molto realistico: le immagini sono spesso crude e a volte si ha l’impressione che si calchi un po’ la mano, anche a causa della musica di sottofondo che tende a drammatizzare ulteriormente il racconto.
Tuttavia, la puntata speciale di “Amore criminale” andata in onda ieri sera è risultata un po’ più leggera delle precedenti e ciò grazie ad una piccola ma importante modifica all’interno del programma: le due storie (ad esito positivo) presentate dalla Raznovich sono sempre state riscostruite attraverso la modalità della docu-fiction, ma alternate e poi concluse da un sobrio ed interessante talk-show con le dirette protagoniste. Questo piccolo spazio ritagliato all’interno del programma e lontano dal clima ansiogeno dei filmati, ha permesso alle due donne protagoniste di raccontarsi veramente, di spiegare le ragioni che le hanno spinte ad allontanare l’uomo che le ha perseguitate, di mostrare quanto ancora sia difficile la guarigione morale da una ferita così lacerante. Concetti ed opinioni difficilmente spiegabili nei soliti filmati, dove predominano la crudezza delle immagini e le lacrime dei protagonisti.
Più spazio alla potenza delle parole e meno a quella delle immagini e forse il programma sarebbe più godibile e trasmetterebbe meglio il messaggio di fondo. D’altra parte, raccontare la violenza dell’uomo con la “violenza” delle immagini non è necessario, si può ugualmente affrontare tematiche scottanti con uno stile misurato e non aggressivo. Da questo punto di vista, “Amore criminale” è già a metà della strada, perchè ha tra i suoi pregi una conduttrice molto garbata ed un’estetica molto gradevole.
1. samuelemaurino ha scritto:
11 agosto 2010 alle 17:25