Dagli altari alla polvere, anzi alla “polverina”. Quando si parla di droga in tv i moralisti dall’accusa facile spuntano come funghi allucinogeni, ti stendono con un’overdose di ipocrisia tale da restarci secchi. A mandare tutto in ‘fumo’ ci pensano loro, con certi predicozzi che ti strangolano la carriera. Il riferimento è chiaro, riguarda la showgirl Belen Rodriguez, in questi giorni al centro di polemiche per aver ammesso di aver sniffato cocaina un paio di volte, anni fa. Apriti cielo: la soubrette è stata dipinta da alcuni come una pippatrice folle, al punto da volerle negare la possibilità di condurre il Festival di Sanremo 2011 (maggiori dettagli qui). Bella cretinata di mezza estate. Un caso simile interessò anche il cantante Morgan, al quale lo scorso anno fu impedito di calcare il palco dell’Ariston. Tra le due vicende, però, ci sono dei distinguo sostanziali.
Trova le differenze. Belen Rodriguez, poco più che ventenne, nel marzo 2007 dichiarava di aver fatto uso di cocaina. Queste ammissioni avvenivano davanti al pm di Milano Frank di Maio. A registrarle, per intenderci, non era la telecamera di uno dei soliti talk show pomeridiani, ma un ufficiale di polizia che metteva tutto a verbale. Era l’inizio di “Vallettopoli”, e quella deposizione diede inizio a delle indagini e portò a dei sequestri. Belen ha collaborato con la giustizia, ma andate a spiegarlo a Maurizio Zoccarato, sindaco di Sanremo, che l’altro giorno voleva porre il veto a un’eventuale presenza della showgirl alla kermesse (“vogliamo solo persone di moralità certa”). Ah, ricordate anche a Zoccarato che il direttore artistico del Festival non è lui, grazie. Per quale motivo puntare il dito contro il personaggio pubblico Belen su vicende private risalenti a tre anni fa, e confessate al pm? Questo è moralismo allo stato puro, tagliato male e sniffato di fretta. Poi c’è la vicenda Morgan. Altro personaggio, altre “aspirazioni”.
Il ‘mefistofelico’ cantante, nel gennaio dello scorso anno, rilasciava un’intervista al mensile Max in cui affermava convinto di fumare crack contro la depressione (“Avercene di antidepressivi come la cocaina, fa bene!”). Pubblicità regresso, con un testimonial d’eccezione. Per ovvi motivi la Rai ritenne inopportuno che l’artista si esibisse a Sanremo, dove era in gara. Nel tentativo di rimangiarsi quelle gravi dichiarazioni ed esprimere la sua contrizione, Morgan iniziava un pellegrinaggio di ospitate in vari programmi tv e talk. Da Annozero a Il Fatto del giorno (e mai titolo fu più adatto all’argomento). Poi, nel salotto di Bruno Vespa piagnucolava di essersi pentito, recitando per bene la parte della vittima davanti a un parterre di soloni pronti a disquisire sul caso. A furia di parlarne, tutto questo innescava un poco edificante coca party mediatico, che lo si volesse o meno. Una situazione un po’ diversa rispetto quella di Belen, che con la sua confessione aiutò i pm nelle indagini. Grazie alla showgirl gli inquirenti scoprirono nuove piste nella Milano discotecara. E che piste…
Quelli di Belen e Morgan sono due nasi, pardon, casi differenti. La distinzione non è nella sostanza (stupefacente) ma nella forma con cui le vicende sono state rese al pubblico, e alla sua sensibilità. Con quelle dichiarazioni, il cantante fece un’inammissibile apologia della droga, presentata come un portento, come un toccasana che non fa poi così male come dicono. Il suo uso non era più un brutto vizio personale (vedi caso Belen) ma una cura alternativa, ben più valida di quella prescritta dal medico. Giustissimo, quindi, escluderlo dal Festival. Con le dovute differenze, i due personaggi hanno un elemento comune. Entrambi sono stati messi alla gogna dai soliti moralisti col dito puntato, quelli che ti trascinano sul banco degli imputati ed emettono la condanna in diretta tv.
Grazie alle loro prediche, ecco che Belen e Morgan sono diventati di colpo gli unici pippatori d’Italia, meritevoli di essere ostracizzati dal piccolo schermo. Peccato che ormai la droga sia parte di un modello sociale deviato e diffuso a più livelli, non solo dalla solita televisione ‘cattiva maestra’. Ma questo agli ipocriti importa poco; a loro interessa sputare sentenze, apparire probi e candidi. Come la “neve”.
1. Andrea 80 ha scritto:
3 agosto 2010 alle 14:44