Abbottonatevi e pentitevi! Basta scollature e donne scosciate in tv: non saremo più il paese delle veline. Dopo tante prediche sulla dignità del gentil sesso, questa volta i Savonarola del piccolo schermo fanno sul serio. Arriva il momento della riscossa. La chiamata alle armi l’ha suonata Giovanna Melandri, nuova paladina dei moralisti radical chic, bacchettona e intransigente quando si parla del corpo delle donne. L’abbiamo vista più volte battagliare sull’argomento dalle poltrone di salotti e talk televisivi, alzando il ditino contro soubrette e pupe di ogni genere, ree di imbrattare la dignità femminile con certe scollature esplosive e quelle coscie chilometriche. Vergogna, non si fa.
La “rivoluzione” di Giovanna. Stufa di vedere tette e perizomi a tradimento, martedì scorso la Melandri si è fiondata in Commissione di Vigilanza Rai a proporre un emendamento per l’istituzione di un osservatorio che monitori la rappresentazione femminile nel servizio pubblico radiotelevisivo. Il provvedimento è stato approvato da più di settanta firmatari, con evidente soddisfazione da parte della promotrice. “E’ iniziata una rivoluzione, una battaglia di civiltà e di libertà” ha affermato la Melandri, sognando già di abbottonare tutte le scollature eccessive della tv pubblica e di inaugurare una nuova etica del tanto vituperato corpo femminile. Con questo emendamento, sostiene la deputata Pd, si potrà arrivare al “superamento di stucchevoli stereotipi che ormai ingolfano i media italiani”.
Veline e starlette, raus! La Melandri sceglie la linea dura, soprattutto per quanto riguarda la tv di Stato. Resta da capire in che modo si intende attuare questo provvedimento, di cui si può apprezzare l’idea di fondo ma non certo il pragmatismo. Chi stabilirà quando l’abbigliamento è offensivo o troppo disinibito? E con quale criterio? Immaginiamo già un pool di esperti che, centimetro alla mano, farà incursione nei camerini delle soubrette per misurare le minigonne e censurare le scollature troppo ardite:”mani in alto, ci manda la Melandri!”. E’ evidente che in questi casi, rispetto alla rappresentazione della donna in tv, si impongano soprattutto buon senso e buon gusto prima ancora delle sterili regolamentazioni sancite da un emendamento.
Ma non erano femministe? Da queste parti, si sa, seguiamo la tv con una certa attenzione e proprio per questo non possiamo ignorare come oggi, a fare le moraliste sul corpo delle donne del piccolo schermo, siano delle ex femministe di ferro. Proprio loro, che negli anni settanta gridavano “il corpo è mio e me lo gestisco io” rivendicando libertà e libertinaggi, ora inorridiscono davanti alle grazie delle veline di turno e si stracciano le vesti, dichiarandosi lese nella loro dignità. Non vogliamo fare la morale a nessuno, ma certe contraddizioni sono abbastanza evidenti, più delle generose scollature di Francesca Cipriani a “La pupa e il secchione”.
Aspettiamo ora i primi effetti dell’emendamento sulla dignità della donna in Rai. Nel mirino della Melandri e della sua ‘cricca dei buoni costumi’ ci sono vallette, conduttrici e ospiti che osano presentarsi davanti alle telecamere con scollature vertiginose e cosce pericolosamente in vista. I più maliziosi penseranno subito alla povera Monica Setta e al suo parterre di “ospiti esclusivi”, sbagliandosi. Gli abbottonatori folli tengono sotto tiro altri personaggi, altri programmi. La donna oggetto, scollata e ammiccante, scomparirà dalla tv, anche in estate con 40 gradi all’ombra. Si cambia registro, basta con le pupe nei varietà. Illusioni moralizzatrici.
1. Alessiofanreality ha scritto:
28 maggio 2010 alle 14:41