E chi l’avrebbe mai detto! Martedì scrivevo del “look antonelliano” e prevedevo che la Clerici ci avrebbe sorpreso con i suoi soliti effetti speciali ma non potevo immaginare quanto e, soprattutto come! Avevo criticato l’Antonella de no’artri perché in passato, nelle sue conduzioni serali, si era lasciata andare a look ridicoli, eccessivi, per niente glamour, ma non avevo capito niente! Il Festival sta andando benissimo ed è vero, quest’anno zero contro-programmazione Mediaset, ma sta di fatto che 10/11 milioni di italiani (e chissà quanti fuori Italia) hanno scelto di non spegnere la tv ma di rimanere sintonizzati sullo show. All’inizio non dev’essere stato facile per nessuno!
La prima puntata, riuscire ad orecchiare le canzoni, è stato un duro lavoro.
“E far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi”. In tutti i laghi? Eeee? Ma come lo fai l’amore nei laghi, Scanu?
“Io ti dico addio, tu mi dici ciao” (Irene Grandi). In inglese forse rende, ma in italiano ricorda tanto il Cipollino di Massimo Boldi.
“Io credo nella mia cultura, nella mia religione” (no comment).
Tanto per citarne un altro: “Ci siamo rotti il pacco” di mugugni, vocalizzi su testi e parole che alla fine ci fanno rimpiangere Toto Cutugno con il suo banale ma sensato “stringimi le mani, si fa fatica a star così lontani”. Eppure, qualcosa ci ha tenuto lì nonostante le canzoni e le interviste cioccolatose, e ha fatto sì che alla quarta puntata, ci raggiungesse un altro milione di telespettatori. Che effetto gli effetti speciali di Antonella!
Ipotizzavo sul suo look e prevedevo lo sdognamento di tessuti e nuance mai visti in natura ma la realtà ha superato la fantasia.
La Clerici ha indossato la qualunque. Stagnola, lische di pesce, bandiere, lattice, vongole sgusciate, reggiseni color carne mai visti in tv, e l’immancabile tulle blu a balze (glisserò sull’Antonella Na’vi Avatar). Ma il momento catartico è stato quello in cui, appena ripresa da un mancamento da corpetto troppo stretto, ci ha confessato: “mi devo cambiare, io non respiro più!”
Il pubblico dell’Ariston, ancora ormonizzato dalle chiappe di JLo, implorava Antonella di non cambiarsi d’abito e di restare in black, aderente, con i suoi guantini fetish da Madonna ma lei, senza vergogna, ha ceduto, un po’ come facciamo noi donne normali quando al rientro dopo serata, desiderose di scendere da tacchi trampolati da tortura e collant contenititvi asfissianti, c’inseriamo in pigiamoni super-felpa, due taglie in più. Mai, altra presentatrice avrebbe detto quello che lei ha detto. Ve la vedete, la Ventura che si allenta il reggiseno in diretta perché stringe, o la D’Urso che si sistema il cerottino sulla vescica portata da tanto tacco?
Antonella, sul palco di Sanremo, ha dimostrato di essere l’essenza sublime della neo-televisione. Lo stadio finale della tv democratica, quella della ggente, dell’agognato imprevisto da reality, del trash inconsapevole, della tv che è come noi che la guardiamo, quella che forse ci meritiamo.
Antonella sta al Festival di Sanremo come Mike stava al quiz. Un’esecutrice chiara, precisa, anche al costo di leggere tutto dal gobbo, ma umana, non umanoide, goffa, facile alla gaffes e pronta ad immolarsi per il nostro divertimento.
Come scrive il collega Dorati, Ugly Betty, ha vinto. In questa Italia, tutti potremmo condurre il Festival, ma il coraggio di fare quello che ha fatto lei non so in quanti lo avremmo, per di più di fronte al proprio aitante e giovane compagno.
Antonella mi hai convinta!
1. Chicco ha scritto:
20 febbraio 2010 alle 16:36