3
novembre

Unwanted: Sky racconta gli ‘Ostaggi del Mare’ con Marco Bocci

Marco Bocci in Unwanted

Sky racconta l’emergenza del quotidiano, la migrazione incontrollata e troppo spesso mortale, con la nuova serie Unwanted – Ostaggi del Mare (da oggi- 3 novembre – in prima serata su Sky Atlantic). E’ tratta dal libro inchiesta Bilal del giornalista Fabrizio Gatti che, per quattro anni, ha cambiato il suo nome in Bilal per trasformarsi in un migrante clandestino e descrivere, in prima persona, il dramma di chi si mette in marcia per conquistare una vita migliore al di qua del Mediterraneo.

Unwanted racconta, in otto episodi, la storia di una nave da crociera, la Orizzonte, che soccorre un gruppo di migranti a seguito di un naufragio nel Mediterraneo. Le storie dell’equipaggio e dei passeggeri della crociera si intrecceranno con quelle dei nuovi ospiti della nave. La situazione precipiterà quando alcuni migranti, una volta scoperto che la crociera non è diretta in Italia ma si muove verso il luogo dal quale sono partiti, per la disperazione decidono di prendere in ostaggio la nave. La serie è girata in inglese, italiano, tedesco, francese e in diversi dialetti africani.

Tra il numerosissimo cast multiculturale, anche Marco Bocci, che interpreta il capitano Arrigo Benedetti Valentini della Orizzonte. Il cast comprende anche Jessica Schwarz, Dada Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti, Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward Apeagyei, Reshny Massaka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo, Scot Williams.

Unwanted è stata creata e scritta da Stefano Bises (Gomorra, Il miracolo, The Young Pope), con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero.

“La scintilla di come trasformare Bilal” in un racconto seriale è scoccata quando mi è capitato di leggere su un quotidiano la notizia del salvataggio in mare di un gruppo di migranti da parte di una nave crociera. Una nave gigantesca – un contenitore straordinario di abbondanza e lusso a buon mercato, una sorta di miniatura del nostro mondo, o della percezione che forse possono avere i migranti del nostro mondo – mi è sembrata un’arena formidabile per provare a illustrare le storie che Fabrizio Gatti ha raccolto nel suo viaggio e al tempo stesso esplorare i sentimenti che proviamo noi occidentali nei confronti dei migranti. Strappare i migranti dalla dimensione puramente contabile cui li condannano le cronache giornalistiche, dando loro la dimensione di personaggi, e incarnare in altri personaggi le paure, le ipocrisie, i pregiudizi, ma anche l’umanità, che scatena in noi l’incontro con quegli esseri umani sono state le mie bussole”

sono le dichiarazioni di Bises sulla serie.

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