8
giugno

La Presidente Marinella Soldi contro le nuove nomine Rai: «Tutte al maschile, uno strappo grave alle policy di genere». La risposta dell’Ad Roberto Sergio

Marinella Soldi (US Rai)

Marinella Soldi (US Rai)

Solo uomini al potere. La “nuova” Rai ha suscitato le critiche di Marinella Soldi. Nelle scorse ore, in occasione dell’audizione davanti alla commissione di Vigilanza, la Presidente Rai ha mostrato tutto il suo dissenso per l’assenza di donne tra i nuovi direttori delle testate. Non si è fatta attendere la risposta, sempre in Vigilanza, dell’amministratore delegato Roberto Sergio.

Per prima cosa, la Soldi ha parlato della situazione finanziaria della Rai:
Vorrei trasferirvi un senso di urgenza. L’azienda, pur avendo chiuso l’ultimo bilancio in pareggio, affronta una situazione di indebitamento pari a 580milioni di euro nel 2022. Per un rinnovo necessario delle forme di finanziamento, serve un piano industriale credibile e realistico da approvare a stretto giro e tassativamente non oltre il 2023“.
Subito dopo, ha preso invece le distanze, in maniera piuttosto netta, dalle nuove nomine:
La parità di genere è uno dei pilastri su cui si fonda una società democratica e sostenibile, e un traguardo non ancora raggiunto nel nostro Paese. (…) A novembre 2021 abbiamo istituito un Comitato inter-direzionale Gender equality, che ha definito una strategia articolata su tre fronti: interno azienda (off screen), prodotto (on screen), territorio. Per quanto riguarda l’interno azienda, abbiamo ottenuto una significativa riduzione del gender gap, sia in termini di carriere, sia di retribuzioni tra il 2021 e il 2022. Uno sforzo che purtroppo non è stato fatto nell’occasione delle ultime nomine, in particolare per le direzioni delle testate giornalistiche, tutte al maschile: uno strappo grave alle policy di genere aziendali, ratificate proprio dal CdA un anno fa“.

Parole a cui ha fatto seguito un’analisi sul tipo di informazione che la Rai dovrebbe dare ai propri telespetattori, basata in primis su criteri “di trasparenza e responsabilità, in linea con i servizi pubblici europei“, tendendo conto, tra le altre cose, “del mutamento di abitudini e bisogni informativi degli utenti, del dilagare di disinformazione e fake news, e delle potenziali evoluzioni normative dello European Media Freedom Act“. Un discorso, quello sulle nomine, che non ha trovato il beneplacito di Roberto Sergio.

I criteri guida per la selezione delle figure apicali sono stati (e saranno, per le nomine che seguiranno): competenza e capacità manageriale, bilanciando continuità e innovazione. Sono stati scelti quindi professionisti validi, prestando molta attenzione a salvaguardare, laddove rilevante per la posizione, il pluralismo

ha comunicato in Vigilanza l’amministratore delegato Rai, chiarendo ulteriormente il concetto:

La Rai deve essere di tutti, pena l’incompatibilità con i dettami costituzionali e il venir meno della sua universalità. Ne consegue che, per un verso, non può escludere alcuno e, per altro verso, non può essere appannaggio solo di alcuni“.

Infine, Sergio ha specificato:

Per le nomine abbiamo seguito altri due criteri. La necessità di valorizzare adeguatamente valide risorse cessate da incarichi apicali, sanando situazioni che avrebbero potuto degenerare in contenziosi, e lavorando per la costruzione di un percorso verso la parità di genere. (…) Posso già dare rassicurazione che ulteriori avanzamenti verranno operati nelle nomine che a breve completeranno la squadra di vertice, sia nelle direzioni editoriali che in quelle di staff“.

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1 Commento dei lettori »

1. carmine ha scritto:

8 giugno 2023 alle 11:40

Buongiorno le considerazioni fatte dal d.g.roberto sergio si commentano da sole e sono ridicole, perchè quando dice che“I criteri guida per la selezione delle figure apicali sono stati (e saranno, per le nomine che seguiranno): competenza e capacità manageriale, bilanciando continuità e innovazione. Sono stati scelti quindi professionisti validi, prestando molta attenzione a salvaguardare, laddove rilevante per la posizione, il pluralismo“ mi chiedo ma è possibile che tra tutti i giornalisti Rai non c’era nessuno che potesse andare alla direzione del TG1? E’ridicolo questo d.g.e non ha neanche la degenza di stare zitto



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