Stop ai film vietati ai minori di 18 anni e ai programmi per soli adulti tra le 7 e le 23 su tutte le piattaforme televisive. E’ questo, in estrema sintesi, quello che prevede l’articolo 9 sulla tutela dei minori, contenuto nel decreto legislativo sull’esercizio delle attività legisative promosso dal viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani, attualmente al vaglio del Parlamento. L’approvazione della norma, che non è una novità, in quanto già in vigore per le tv generaliste, darebbe non pochi problemi alle tv a pagamento, satellitari e non, che sull’offerta porno hanno costruito veri e propri business.
Sky, infatti, registra introiti di circa 45 milioni grazie ai film hard, mentre per Conto Tv, emittente di Marco Crispino, il porno è uno dei prodotti core. Non solo porno, comunque, nel decreto Romani: rientrano, infatti, anche tutti i film e i programmi vietati ai minori di 14 anni. Una norma che sta facendo discutere, visto l’eventuale impatto sui bilanci delle emittenti coinvolte, e che raccoglie sorprendentemente il parere contrario dell’Adoc (Associazione per la difesa ed orientamento dei consumatoi) che considera “eccessivamente penalizzante la regola per le tv a pagamento in quanto rappresenta una forte limitazione alla loro attivita’, visto che la maggior parte dei film d’autore e di qualita’ sono vietati ai minori di 14 e 18 anni”.
Di fatto la promulgazione della norma potrebbe non cambiare nulla. Spunta, infatti, già il modo per aggirarla: a permettere a Sky e company di trasmettere i film vietati potrebbe esserci l’uso automatico del “parental control”, una specie di filtro, ad oggi già esistente per i programmi a bollino rosso. Non è detto che però il decreto escluda questa opzione. Non ci resta, allora, che attendere le decisioni del Parlamento per capire quali saranno le sorti del porno in (pay)tv.
1. uninvited ha scritto:
24 gennaio 2010 alle 18:52