Ogni giorno su Instagram, come sorge il sole, un’influencer si sveglia e sa che dovrà apparire più degli altri, ovunque e a ogni costo. E così Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano David dei Maneskin, femminista ed attivista, è stata al Festival del Cinema di Venezia nonostante non avesse mai nascosto il suo scarso amore per il grande schermo. Che ancora ribadisce, red carpet a parte.
La ventiseienne milanese, anche autrice di una raccolta di poesie, alla domanda di un follower sul suo rapporto col cinema, se le piacesse o meno dal momento che ne parlava poco, aveva risposto dicendo:
“No, per niente. Purtroppo è un linguaggio che mi annoia e credo di esser davvero l’unica persona che abbia mai conosciuto a disperarsi quando qualcuno dice: guardiamo un film?”
Opinione senz’altro legittima. Peccato stoni con la sua presenza a Venezia, dove è stata ‘portata’ da Moët & Chandon e Diversity, uniti nell’iniziativa Toast for a Cause. Che, come ha spiegato lei per legittimare la sua scelta, “sostiene un progetto di ricerca non solo sul linguaggio inclusivo nelle traduzioni e negli adattamenti negli altri idiomi ma anche sulla rappresentazione di voci diverse nel doppiaggio italiano che oggi finalmente troviamo nel mondo del cinema una rappresentazione più inclusiva e diversa (nel significato più nobile del termine) degli esseri umani“. Il cinema come strumento per una battaglia sociale, dunque, mica incoerenza.
La Soleri ha anche tentato di arginare la polemica nel corso di una diretta nella quale parlava di equilibrio e malattie croniche – aveva già raccontato dei disturbi di cui soffre ovvero endometriosi e vulvodinia – esorcizzando l’accusa di aver pubblicizzato uno champagne quando l’alcol è sconsigliato a chi soffre di tali disturbi. Lei non ambisce, infatti, ad essere “la malata cronica perfetta” e vuole raccontare anche gli errori che si fanno quando si agisce seguendo la propria volontà piuttosto che i consigli medici: bere un bicchiere di bollicine può far male così come avere un rapporto sessuale, se si è affetti dalle patologie citate, ma non per questo le persone rinunciano ad averne.
Infine, per non farsi mancare niente, ha approfondito anche le proprie dichiarazioni sul Cinema stesso, tirando fuori un altro talento professionale che ha, neanche a dirlo, scatenato recriminazioni da parte dei fotografi professionisti:
“Continua a non piacermi il cinema, mi piacciono i film o che hanno una grandissima fotografia, perchè io nasco come fotografa, fotografo da 150 anni, o i film che richiedono un’attenzione molto attiva, quindi non passiva. Quello che a me non piace del Cinema è il fatto che sia un linguaggio artistico super passivo, nel senso che tu ti metti lì e hai i dialoghi, le immagini, la musica, la storia e tutto quanto e devi semplicemente guardare. E questo un po’ mi annoia”
Insomma, la polemica è doppiamente servita. In tutti i sensi.
1. Luigi_FI ha scritto:
6 settembre 2022 alle 14:37