11
aprile

Piacere di conoscerti: il confuso collage autocelebrativo di Laura Pausini su Prime Video

Laura Pausini

Laura Pausini

Sbagliare un film con una protagonista amatissima come Laura Pausini, che dimostra di cavarsela anche con la recitazione e ha voglia di mostrare al pubblico il proprio privato, è una vera impresa. Bisogna impegnarsi seriamente per riuscirci. Ebbene, ce l’ha fatta Prime Video, che con Laura Pausini: Piacere di Conoscerti perde una grande occasione, vanificando l’ambizioso progetto iniziale ed offrendo agli abbonati poco più di un Techetechetè sulla voce de La Solitudine.

Come sarebbe stata la mia vita se non avessi vinto il Festival di Sanremo?” si è domandata la Pausini, ed è questo l’interrogativo con il quale è stato lanciato il film. Un input molto valido ed originale, capace di scavare nella vita dell’artista oltre il palcoscenico, narrare aspetti sconosciuti del suo carattere e far venir fuori la persona oltre il personaggio. Annullando la sovrastruttura del successo per svelare tutto il resto, messo da parte per la necessità di andargli incontro quand’era ancora una ragazzina inesperta.

Purtroppo, di questa vita parallela viene mostrato troppo poco e, soprattutto, manca un’adeguata struttura narrativa per esplorarla e renderla efficace: qualche scena mischiata con quelle registrate nella casa romana della cantante – ben più interessanti e forti emotivamente – e tantissimi video di repertorio, una carrellata di canzoni, partecipazioni e collaborazioni in giro per il mondo, creano un grande ma confuso collage autocelebrativo, non un film.

Quello che stupisce è che il tutto sia firmato da due degli autori migliori della serialità nostrana, Ivan Cotroneo e Monica Rametta, la cui impronta dov’è? Non c’è costrutto, manca consequenzialità tra le scene, sembra di assistere ad una serie di francobolli animati scollegati tra loro, si passa di argomento in argomento senza approfondire nulla. La capacità di creare un’emozione è tutta nella voce narrante della protagonista (e quella la conoscevamo già!), che senza paura rivela le proprie paure di madre in un dialogo molto generoso con il proprio pubblico.

Bisognava puntare tutto su quello, piuttosto che giocare allo “sliding doors” senza confezionarlo, creando aspettative inutili e perdendo completamente il filo del discorso. E, soprattutto, non rendendo giustizia al brano Scatola, che in 81 minuti si sente pochissimo e nel cui testo c’era davvero il senso di questo confronto tra le due Laura, che in video è stato rimbalzato fino all’ultima scena.



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2 Commenti dei lettori »

1. Federica ha scritto:

13 aprile 2022 alle 09:55

Ci fosse una volta che fate recensioni positive…



2. Stefania Stefanelli ha scritto:

14 aprile 2022 alle 18:01

@Federica: dovresti leggerci con più attenzione, o costanza ;)



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