22
marzo

The American Way: la miniserie di DAZN racconta il cuore di Los Angeles oltre lo sport

Francesco Costa

Storie, curiosità, aneddoti, radici culturali e passioni: attorno alla mitica palla ovale ruota un mondo. Anzi una città: Los Angeles. Su DAZN il racconto dello sport non si limita alle dirette esclusive dei match e all’approfondimento, ma c’è di più. La piattaforma offre ai propri abbonati anche uno sguardo inedito, che va oltre il momento agonistico e si apre a prospettive inedite. Accade proprio questo nella nuova puntata speciale di “The American Way – From Los Angeles“, la miniserie realizzata da DAZN con protagonista il giornalista Francesco Costa, disponibile in app dal 16 marzo scorso. Partendo dal football americano, il saggista ed esperto di Stati Uniti racconta l’anima di Los Angeles, città che ha recentemente ospitato il Super Bowl LVI.

Los Angeles non è una città ma sono quindici, venti città messe insieme: è una delle tante cose speciali di questa area metropolitana che non finisce mai. Ogni città e ogni quartiere di Los Angeles ha la sua identità e la sua storia, molto più di quanto accada a New York. E al contrario di New York, il fascino di Los Angeles non è immediato, va un po’ scoperto: e va cercato allontanandosi dal centro“,

ci racconta lo stesso Francesco Costa, che si è immerso in questa realtà statunitense per comprenderne le particolarità, le contraddizioni. E, soprattutto, l’indissolubile legame con il football. LA è infatti una megalopoli unica al mondo, un crocevia di culture, un dedalo di strade, di palazzi e di quartieri che racchiude un cuore pulsante. Un micro-cosmo che DAZN disvela a 360 gradi.

L’idea alla base di The American Way è raccontare gli Stati Uniti – e quindi le persone, la cultura, le storie, quello che funziona e quello che non funziona – attraverso la lente di osservazione del football americano, che non è solo uno sport ma un fenomeno popolare, culturale, commerciale, industriale. Lo sport diventa il mezzo per illuminare alcuni luoghi americani straordinariamente rilevanti, ma che sono fuori dai percorsi più battuti dai turisti“,

prosegue Costa, spiegandoci l’idea alla base della miniserie. Prima di immergersi nell’universo di Los Angeles, infatti, sempre insieme a DAZN il giornalista aveva già raccontato Dallas, New Orleans e Detroit, le città che hanno ospitato le partite del Thanksgiving, ma anche i protagonisti che hanno reso indimenticabili le storie dei Super Bowl del 1967 e del 2017.

Questa volta, passeggiando per Venice Beach, Santa Monica, ma anche Beverly Hills, Inglewood e Compton, Francesco Costa ha ripercorso la storia difficile di Los Angeles. Dal famelico sviluppo immobiliare al terremoto del 1994 , passando per i “sei giorni delle rivolte” che provocarono decine di morti creando fratture sociali. Nel suo percorso, compiuto con la curiosità dell’esploratore, il saggista si è imbattuto in quartieri sconosciuti persino a lui stesso, che di States se ne intende. “Ho scoperto Hermosa Beach, un posto che ha un’atmosfera magica e che non avevo mai visitato“, ci confida, menzionando anche Boyle Heights, il cuore latinoamericano della città.

Nel racconto di “The American Way”, la storia si intreccia al presente, con le sue mode e le sue tendenze. E l’attualità – anche e soprattutto sportiva – è il miglior spunto per comprendere questo legame. Il racconto è infatti scandito dai più sensazionali momenti dell’ultimo Super Bowl (trasmesso live proprio da DAZN nella notte dello scorso 13 febbraio), un evento che non ha eguali al mondo, come lo stesso Costa argomenta:

Non c’è niente al mondo che abbia questa scala come singolo evento. L’unico esempio paragonabile forse è la finale dei Mondiali di calcio, che però si gioca ogni quattro anni ed è il culmine di un evento che è, appunto, mondiale: e quasi esclusivamente sportivo. Il Super Bowl è anche un evento commerciale di proporzioni impressionanti, che sposta budget di aziende enormi, che orienta i consumi: è un momento di racconto e auto-racconto degli Stati Uniti. In Italia forse potremmo paragonarlo al Festival di Sanremo, fatte le dovute proporzioni, se non fosse che Sanremo dura quanto otto o nove partite di football!“.

Il conduttore, nel suo viaggio, ha realizzato molte interviste esclusive a personaggi che hanno fatto la storia del football losangelino. Tra i volti incontrati, anche Nicki Ewell, Senior Event Manager di NFL, e i membri storici del club “Never miss a Super Bowl Club”. E poi Maximilian Pircher, l’unico giocatore italiano che milita in NFL, parte della linea offensiva dei Los Angeles Rams, squadra finalista e poi vincitrice del Super Bowl LVI. Un personaggio incredibile, i cui successi sportivi forse non sono stati compresi del tutto.

Non credo che sia facile per noi capire le dimensioni della sua impresa. Max pratica uno sport che si gioca ad altissimi livelli soltanto negli Stati Uniti: e anche negli Stati Uniti le possibilità che un giovane ragazzo americano ha di arrivare in NFL sono piccolissime, infinitesimali. Parliamo davvero di atleti d’élite, in un contesto ferocemente competitivo. Arrivare nella NFL partendo da Bressanone è una cosa di un altro mondo. Parliamo di un giocatore giovanissimo e ancora all’inizio della sua carriera americana: sono sicuro che si parlerà sempre di più di lui in futuro“,

afferma al riguardo Francesco Costa, che nel suo itinerario a LA ha anche incontrato la dirigente sportiva Eniola Aluko, sporting director dell’Angel City FC, con la quale ha parlato della neo-squadra di calcio femminile nata dal contributo di grandi star come Natalie Portman, Jessica Chastain e Jennifer Garner.

L’esclusivo viaggio su DAZN non poteva, poi, non fare tappa nel distretto Hollywood. Perché, oltre allo sport, anche il cinema da oltre cento anni fa parte del tessuto più profondo dell’immensa città statunitense. E il motivo – ci rivela Costa – non è affatto casuale.

La prima ragione è la luce, e di quella ti accorgi subito. L’industria del cinema si sviluppa a Los Angeles per via della sua luce speciale, generata da un miscuglio irripetibile di fattori: le sue coordinate, il fatto di avere il deserto da una parte e l’oceano dall’altra, il clima affidabilmente sereno per 365 giorni l’anno. Girare a Los Angeles vuol dire poter contare su questa sicurezza. Anche lo spazio è stato un fattore: negli anni ha permesso di allestire studi cinematografici vastissimi, dentro i quali ricostruire infiniti mondi e scenografie. Oggi ti accorgi di questa rilevanza del cinema a Los Angeles anche solo per la quantità di set che vedi girando per la città. E se ti capita di fare due chiacchiere con il cameriere o la barista, spesso scopri che svolgono quel lavoretto mentre cercando di realizzare il sogno di lavorare nell’industria dell’intrattenimento“.

In particolare, a Hollywood è Robert Foulkes, location manager di La La Land, a guidare Costa alla scoperta dei luoghi protagonisti del pluripremiato film e a svelare alcune curiosità.

Il tutto, in “The American Way”, avviene con un linguaggio immediato, che – tiene a precisare il conduttore – si emancipa “dal solo gergo dello sport, a volte un po’ ritrito o escludente“. Non poteva che essere così: lo stesso football, del resto, è un fenomeno popolare, trasversale, inclusivo. Adatto a descrivere la cultura e la società di cui è l’espressione.

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