
11
marzo
Prime Video sospende il servizio in Russia

Prime Video
Oltre ai colossi della tv, anche quelli dello streaming voltano le spalle alla Russia di Putin. Le ripercussioni dell’azione militare in Ucraina ordinata dal Cremlino stanno infatti riguardando tutti i settori dell’economia, dunque anche quello delle multinazionali che operano nel campo della produzione tv. Nei giorni scorsi, a strappare per prima con Mosca era stata Netflix, seguita ora da altre piattaforme di contenuti on demand.
Dopo l’annuncio della multinazionale guidata da Reed Hastings, che ha sospeso tutti i progetti futuri e le acquisizioni in Russia, anche Amazon ha congelato i rapporti con il paese di Putin. Il gigante dell’e-commerce ha comunicato che non prenderà più ordini da clienti in Russia e Bielorussia per quanto riguarda i prodotti acquistabili su Amazon e non renderà più disponibile il servizio Prime Video.
I contenuti video non saranno dunque visibili “a causa di restrizioni sulla licenza legate alla territorialità”.
“Ricordiamo che, a differenza di altri fornitori di tecnologia statunitensi, Amazon e AWS non hanno data center, infrastrutture o uffici in Russia. Abbiamo una politica di lunga data di non fare affari con il governo russo“
si legge in una nota di Amazon. La multinazionale ha specificato che non prenderà più ordini dai clienti russi nemmeno per il suo videogioco New World, l’unico che vende direttamente nel paese.
Nei giorni scorsi, Apple aveva comunicato l’interruzione delle attività di vendita in Russia: l’azienda di Cupertino ha sospeso la possibilità di effettuare acquisti sull’App Store e iTunes Store in Russia. L’8 marzo, l’evento streaming di presentazione dei nuovi prodotti Apple non era stato reso visibile in Russia, secondo quanto segnalato dall’account ucraino Nexta.


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