Si chiama Fosca Innocenti e sì, gli innocenti cerca di aiutarli tutti, ma di cupo e fosco in lei e nella fiction a cui dà il nome non c’è proprio nulla. Anzi: il personaggio per il quale Vanessa Incontrada ha “tradito” Rai 1 per andare con la concorrenza è limpido, come tutti quelli per i quali l’attrice viene ingaggiata ormai da anni (che noia!). Se speravate, dunque, di scoprire sue nuove corde attoriali con il passaggio a Mediaset resterete delusi. Tuttavia nell’insieme il prodotto si lascia guardare perchè capace di restituire al pubblico una sensazione di genuinità.
Le splendide ambientazioni della campagna toscana, il clima familiare e fuori dal tempo della provincia, la presenza di torte fatte in casa dalla tata e gli animali che circondano la protagonista creano un piccolo mondo antico in cui è piacevole immergersi, anche se questo significa chiudere un occhio sull’impianto narrativo semplice, quasi elementare: ogni puntata di Fosca Innocenti segue un costrutto consueto di scene e ritmi, sai sempre cosa aspettarti dai personaggi. Il che, tutto sommato, rimanda ulteriormente ad un certo tipo di fortunata serialità made in Rai. Per bilanciare, i casi investigativi si presentano a volte anche troppo arzigogolati e riservano continue sorprese, con un effetto Matrioska capace di creare una certa confusione.
Convincente il cast, in particolare Irene Ferri, Claudio Bigagli, Desirée Noferini – che porta in scena una poliziotta lesbica e sciupafemmine che strizza l’occhio al nuovo politically correct – e la tata di Casa Vianello Giorgia Trasselli, qui in un ruolo che potrebbe sembrare il prolungamento di quello cult del passato.
Stesso dicasi per il protagonista maschile Francesco Arca, che con Cosimo riporta praticamente in scena il personaggio più convincente del suo repertorio: impossibile, tra vini e vigne toscane, forte legame con il territorio e sguardo malandrino suo malgrado, non pensare al romantico Bruno de Le Tre Rose di Eva.
1. Marco3.0 ha scritto:
23 febbraio 2022 alle 11:53