3
febbraio

Le pagelle di Niccolò Agliardi sui brani di Sanremo 2022

Niccolò Agliardi

Niccolò Agliardi

È esercizio machiavellico analizzare e giudicare una canzone senza poterla ascoltare con calma, senza gli amici che ti versano da bere, e scriverne prima che gli altri abbiano già detto le cose che vorresti dire tu. Ma c’è di peggio: un autore di canzoni che avrebbe spesso voluto partecipare al Festivàl e non ci è riuscito a cui però viene concesso uno spazio per rosicare in libertà. Delle due sfortune non possiamo, al momento, evitarvene nemmeno una. In disordine sparso:

Blanco e Mahmood – Ammalianti e abbaglianti, 8 e 1/2

La sensualità delle vite disperate” scriveva Paolo Conte, senza aver mai sentito Blanco. I suoi pochi anni e il suo (presunto) dolore lo rendono strepitoso, quando canta nel suo singhiozzo melodico e dolcissimo. Mahamood tiene la barra, tiene il farsetto, conduce grazie all’esperienza in avanzo.

Irama – Stilnovista, 7

È cresciuto camminando su sentieri diversi e non su strade asfaltate. Oggi canta da grande e sa difendere egregiamente un pezzo più emozionante che bello. Rimando alto (a) Cecco Angiolieri e profilo alla Conte da Montefeltro.

Achille Lauro – Monello, 7

Porta la sua migliore canzone identica alle precedenti. Si battezza con acqua laica e non fa più scandalo. A tutto ci ha abituato, anche a questo brano prima ancora di ascoltarlo. Ho capito che è domenica. Il resto meno. Però mi piace.

La Rappresentante di Lista – Serotoninergici, 7

Il relativismo ti salva dall’età adulta e pure dalla fine del mondo. Un ritonello kids in una performance impeccabile per prossemica e convinzione. Sono giusti e utili alla manifestazione. Infatti Amadeus li ha rivoluti. Appena riaprono il “Plastic” di Milano e la “Muccassassina” di Roma dovranno scegliere a quale inaugurazione partecipare per prima.

Emma – Passionale, 7

Emma sa tenere la voce, le camere, il palco e anche la sua emozione autentica. Ma la sua padronanza rischia di sovrastare la canzone che parte piena di pathos ma chiude con un filo troppo di lei.

Highsnob e Hu – Teatranti, 6 e 1/2

Ho trovato la calma ma non è niente di che. Non è niente di me.” Questo passo è struggente. Mi sono sentito spettatore più di un’installazione che ascoltatore di una canzone. Ma tant’è.

Dargen D’Amico – Scaltro, 7

Ha ragione lui, cantare dopo i Maneskin e la loro sublime esibizione è un macello. Le radio si disseteranno e la canzone suonerà con i tanti passaggi che merita. Però l’effetto scimmia e vecchia che balla è dietro l’angolo. È stato un volta-pagina piuttosto brusco sul piano dello show ma il tempo per Dargen sarà galantuomo. Scaltro. 7

Rettore-Ditonellapiaga – Sconsacrate, 7 e 1/12

L’up tempo datato e sensato 2022 che non ha pretese. Se non quello di infastidire le monache. Si divertono come matte. Da slegare senza pudore.

Noemi – Garbata, 6

Composta, elegante e classica proprio come quello che canta. Un cross over tra un ottimo cantautorato e “quello che va adesso”. Vocalmente è un po’ meno cristallina del solito. “Ad aspettare i miracoli ci togliamo i secondi”. È una frase importante. Ma l’ho dovuta leggere per apprezzarla. Credo sia una buona canzone ma fa parte di quelle storie che devi vivere anche tu nello stesso modo in cui viene raccontata per poterla capire a pieno.

Sangiovanni – Simpatico, 6

Canta pensieri scritti a matita sul banco di scuola. Invidio questo ragazzo, la sua attitudine di chi non ha paura. Nemmeno di sembrare Madame senza essere Madame.

Iva Zanicchi – Istituzionale, 6

Iva fa esattamente quello che le andava di fare. E noi la amiamo incondizionatamente, ma non si va in gara per portarsi a casa il premio alla carriera. Bastava chiederlo. È pronto e meritato.

Elisa – Indiscutibili, 7 e 1/2

Intensa, eterea, capace, ipnotica. La sua canzone è scritta benissimo e cantata ancora meglio. Ed entra nello scrigno delle sue canzoni che restano.

Gianni Morandi – Pimpante, 7

Fulminante, padrone e coraggioso. Ci sono tante parole in questa canzone ma non ha paura di cavalcarle una in fila all’altra. Se fossi suo figlio gli scriverei un messaggio “Sei (stato) forte, papà”.

Fabrizio Moro – Titolare, 7

Fabrizio canta Moro. Ma ha sempre gli ingredienti giusti per incantare e non distrarre.

Massimo Ranieri – Signorile, 6

E’ come assistere alla cinquantesima replica di un suo spettacolo a teatro. Rassicurante e rodato. Non tradisce emozione nemmeno dentro ad un testo che ne richiederebbe un po’ di più. Qualche imprecisione sulle note alte non intacca la sua stimabile sportività, che si mescola al nuovo che avanza.

Ma affinché non si dica che qui si fa comunella con gli amici, e che il salotto di casa mia sia un crocevia di democristianità, tocca mandare un saluto anche a quelli che nella parzialità di un ascolto incompleto e fugace, appaiono loro stessi incompleti.

Rkomi – Inesploso, 6

Surfa su un arrangiamento che non è il suo mare più comodo. Le sue barre normalmente arrivano più dritte e asciutte. Ma la grande orchestra va fatta suonare e in questo caso, costrette al sacrificio sono le parole che perdono un po’ di ritmo e di mordente.

Giovanni Truppi – Inaccessibile, 6 e Lode

Io credo che si debba dare fiducia a prescindere a Truppi. Se fossi riuscito a concentrarmi bene su quello che ha cantato sono certo che ne avrei tratto beneficio. E poi: l’attitudine buskers paga o alla fine la paga?

Yuman – Inibito, 5

anta un testo ispirato perdendosi in un eccesso di virtuosismi. Voce allenata, solida e internazionale che non fa pari, però con la scrittura del brano. E peccato, nemmeno con l’impaccio della prima volta.

Aka7even – Streammato, 5

Giovanilistico, cerca uno spazio tra Blanco e Tha Supreme, ma servirebbe più poesia nella ricerca delle parole. O più cura nel loro significato.

Le Vibrazioni – Metodici con coerenza, 5

Tentativo di pezzo epico ma con qualche vibrazione in meno del solito. La quota rock la riempie Checco Zalone che entra subito dopo.

Michele Bravi – Melò, 5

Avrei voluto ascoltare la sua canzone senza sapere di lui. Senza conoscerlo e senza guardarlo. Che Michele sia bravo, lo sapevo. Canta con tutta l’anima che gli resta. Ed è molta. Non sono sicuro che oggi, questo sia il posto giusto dove appoggiarla.

Matteo Romano – Puerile, 5

Sconta la giovane età. E credo sia un limpido esempio di debutto prematuro. Attinge da tutti i suoi riferimenti migliori, ma loro non vanno a Sanremo. E dev’esserci un motivo.

Giusy Ferreri – Frenata, 5

La sua voce è cosi iconica e riconoscibile che avrebbe potuto permettersi di più. Uno strano immobilismo aleggiava. È da stabilire se fosse la canzone poco convincente o lei poco convinta. Tra un paio di settimane scioglieremo il dubbio. Intanto scrolliamo i Meme di lei che gorgheggia al megafono. Frenata. 5

Ana Mena – Trascurabile, 4

Un po’ fuori da tutto. Dal contesto e anche dalla comprensibilità. Sembra anche scollata dai campionamenti e dalle seconde voci. Nel ritornello ricorda “Amandoti” dei CCP, ma evidentemente non lo è. Il tutto in salsa etno-gitana.

Tananai – Imprudente, 5

Le imprecisioni e il tentativo estremo di nascondere il panico da prima esibizione non aiutano una canzone che non ha ganci e nemmeno guizzi memorabili. Appare sfrontato, ma è in difficoltà.

ALTRO CAMPIONATO

Maneskin – Imperiali, 8

Hanno realizzato il sogno complessivo di tutti quelli che sono passati da quel palco. Nel senso che tutti i sogni di migliaia di artisti non fanno quello che loro hanno realizzato. La competenza, il rigore la bellezza e il talento. Chi non è sicuro di proseguire in una carriera scricchiolante, li prenda ad esempio. E prosegua pure se ci crede. Oppure si fermi.

Niccolò Agliardi (Grazie a IL MESSAGGERO per gentile concessione)



Articoli che potrebbero interessarti


Niccolò Agliardi
Niccolò Agliardi commenta i brani di Sanremo per DavideMaggio.it


Sanremo 2022 ascolti
Sanremo 2022, le pagelle dei brani al primo ascolto


Mahmood Blanco19
Le pagelle finali del Festival di Sanremo 2022


jovanotti e morandi
Sanremo 2022, le pagelle della quarta serata. Promossi Morandi e Jovanotti. Bocciate Emma e Michielin

1 Commento dei lettori »

1. Claudio ha scritto:

3 febbraio 2022 alle 14:14

Non concordo su Michele Bravi.

Brano in crescendo, intenso e ben strutturato.
Uno dei testi meno scontati.
In classifica dovrebbe trovare posto tra i primi cinque. Sottovalutato.



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.