A sfilare davanti al giudice come testimone nel processo per stalking contro Enrico Varriale ci sarà anche la collega di quest’ultimo e conduttrice Rai Paola Ferrari. La giornalista milanese è infatti nell’elenco dei teste chiamati dalla difesa dell’ex vicedirettore di Raisport, portato in tribunale dall’ex compagna con l’accusa di atti persecutori e lesioni personali.
Paola Ferrari potrà testimoniare in tribunale solo relativamente ai “fatti oggetto del procedimento“. Il giudice non ha invece ammesso un consulente tecnico inserito dalla difesa di Varriale per accertare lo stato di ansia e di paura. Una scelta motivata dal fatto che gli atti persecutori non vanno accertati attraverso un tecnico.
Il processo a carico dell’ex vicedirettore di Raisport, iniziato stamane a Roma, si è aperto con il disbrigo di questioni formali, come appunto la presentazione delle liste dei testimoni. La prossima udienza (che non sarà pubblica) è stata fissata per il prossimo 9 maggio: in quella data verrà ascoltata la presunta vittima, un’imprenditrice marchigiana che intratteneva una relazione con il conduttore Rai dall’ottobre 2020. A seguito delle denunce di quest’ultima, il gip Monica Ciancio aveva già disposto nei confronti di Varriale la misura cautelare del “divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa“, oltre alla duplice prescrizione di “non comunicare con lei” neppure per interposta persona.
Nell’ordinanza, il gip aveva parlato di “personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo“. Ma il giornalista, da parte sua, aveva sempre respinto le accuse. In attesa che la vicenda venisse chiarita, l’ex vicedirettore era stato sospeso dalla Rai. Per lui, la pm Gabriella Fazi aveva chiesto il processo con rito immediato, vale a dire senza passare per l’udienza preliminare. Una procedura che viene seguita in presenza di prove significative, “schiaccianti”.