Gli obiettivi delle telecamere tornano puntati su San Patrignano (e non solo). Dopo la docu-serie di Netflix, SanPa, dedicata alla figura dello storico fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti, l’attenzione mediatica verso la realtà riminese non si è mai spenta. Stavolta sarà Rai2 a dedicare spazio alla struttura e ai suoi ospiti nel film d’inchiesta “Giovani e droga“, realizzato da Alberto D’Onofrio e in onda stasera in prima serata.
Il produttore e regista, dopo una serie di documentari per la Rai dedicati ai vari aspetti del mondo giovanile, approfondirà stavolta il tema della tossicodipendenza. Per farlo, racconterà la storia e la vita di alcuni giovani ospiti della comunità di San Patrignano. Ma la realtà fondata da Vincenzo Muccioli non sarà la sola ad essere presentata. In “Giovani e droga” offriranno la loro testimonianza anche alcuni ospiti della comunità La Torre del gruppo Ceis di Modena e dell’associazione Anglad di Roma.
Al centro delle storie raccontate, il difficile rapporto tra famiglia e figli durante la zona d’ombra dell’adolescenza e il ricordo delle prime esperienze con la droga dei protagonisti, in qualche caso arrivata prestissimo. Tra le testimonianze raccolte, quella di Simone, che all’età di 14 anni ha cominciato a fare uso di cocaina, hashish, marijuana e pasticche. Ora ha 22 anni e la famiglia è finalmente riuscita ad intervenire ed a convincerlo ad andare nella comunità per tossicodipendenti di San Patrignano. O quella di Tiziana, 26 anni, una ragazza ligure a San Patrignano da due anni e mezzo. Ha iniziato con cocaina e pasticche a 13 anni. La mamma per molto tempo ha cercato di intervenire senza riuscirci, finché Tiziana ha avuto un incidente in macchina che le ha fatto capire di essere arrivata al limite.
Sempre da San Patrignano verrà esplorata da vicenda di Marzia, 33 anni, che aveva iniziato il suo rapporto con la cocaina a 14 anni per colmare, secondo lei, un problema di timidezza. Usare la cocaina le dava la possibilità di far parte del gruppo degli amici più grandi. La ragazza, di buona famiglia, non si accettava fisicamente durante l’adolescenza perché pensava di essere «cicciottella». Successivamente si era innamorata di un ragazzo che faceva il pusher. Si era creata una dipendenza affettiva molto pericolosa con lui.
E ancora Alexandra, 25 anni, rumena in Italia da quando a 8 anni, si è trasferita in Abruzzo dove alcuni episodi di razzismo hanno segnato la sua infanzia. A 14 anni comincia a frequentare rave party ed inizia a fare uso di droghe pesanti, e poi passa all’eroina. Finisce per prostituirsi e a rubare per poter spendere anche 600 euro al giorno di droga. Fin quando chiede a sua mamma di aiutarla, arriva a San Patrignano e impara a fare la sarta. Ci saranno anche le storie del giovanissimo Mattia, 18 anni, e di Samuel, 19 anni, frequentatore di rave da quando ne aveva 14.
Oltre alle loro storie il docufilm raccoglie le testimonianze delle famiglie, degli operatori, raccontate le regole delle comunità che li accolgono e si impegnano a restituire a ciascuno di loro dignità, amore per se stessi e per la loro vita.
“In questo film non ho raccontato i tossicodipendenti come ‘zombi’ ma come persone che si rendono conto degli errori che hanno fatto e che li hanno portati a vivere momenti drammatici durante la loro vita. Ora stanno lavorando all’interno della propria anima per cercare di uscire per sempre da questo problema“
ha osservato D’Onofrio. “Giovani e droga” è l’ultimo capitolo dei documentari da lui dedicati al mondo giovanile, andati in onda su Rai2: Giovani e ricchi, Giovani e Londra, Giovani e sport, Giovani e sesso, Giovani e religione, Giovani e influencer, Giovani e famosi.