6
luglio

Raffaella Carrà – i ricordi di Arbore, Baudo, Costanzo e Loren. Pippo: «Non ha eredi, viviamo in una mediocrità totale»

Raffaella Carrà e Sophia Loren

Raffaella Carrà e Sophia Loren

Sono tanti i volti noti del mondo dello spettacolo e delle politica che, nelle scorse ore, hanno espresso sui social il loro personale cordoglio per la morte di Raffaella Carrà, che si è spenta ieri pomeriggio dopo un periodo di malattia. Tra questi, si sono aggiunti anche Maurizio Costanzo, che ha ricordato quando ha aiutato la conduttrice a preparare il tema per l’ammissione al centro sperimentale di cinematografia, Pippo Baudo, che ha evidenziato il suo rammarico per non aver mai potuto lavorare con lei, lo storico amico Renzo Arbore e Sophia Loren, che ha potuto incontrarla nella sua ultima fatica televisiva di A raccontare comincia tu.


Maurizio Costanzo, ad AdnKronos, ha parlato della sua amicizia con Raffaella, ripercorrendo i suoi esordi:

E’ stata una grande figura. Se si pensa al ‘Tuca Tuca’ a ‘Come è bello far l’amor da Trieste in giù’ e a ‘Carramba che sorpresa’ cioè un talk con l’emozione finale. Un mondo. (…) Aveva 16 o 17 anni e la mamma mi chiese di aiutarla a fare il tema per l’ammissione al centro sperimentale di cinematografia. Io l’ho fatto e da allora siamo rimasti amici tutta la vita“.

Sulla conduttrice e cantante si è espresso anche Pippo Baudo, che ha sottolineato il rammarico di non aver mai potuto fare un programma insieme a lei:

Sono immensamente scosso. È stata un’artista eccezionale, un’autodidatta straordinaria, io la conosco dagli inizi della sua carriera. Io non sono riuscito mai a fare un programma con lei, era l’unico rimprovero che le facevo sempre, è il mio grandissimo rimpianto. (…) Aveva studiato ballo, era diventata anche una grande ballerina. Quando fece coppia con Mina, c’era un’asimmetria notevole tra le due, perché Mina è più alta di lei, eppure lei annullava questa asimmetria. E poi, è una delle poche soubrette italiane, forse l’unica, che ha avuto successo nei paesi ispanici. (…) Era la guappa, aveva una voce forte che faceva impazzire tutti. Il suo modo di essere faceva pensare ad ogni ragazza di poter diventare Raffaella Carrà, invece non era vero. Ci voleva solo il suo talento per essere Raffaella Carrà. È stata l’ultima vera grande soubrette. Sono affranto“.

Interpellato su una sua possibile erede da Repubblica, Baudo è lapidario:

“Ma per carità, viviamo in una mediocrità totale”.

Sul Corriere, Renzo Arbore ha ricordato invece le diverse serate passate in compagnia della sua amica, che ha definito come una donna che “aveva una straordinaria romagnolità, che trasmetteva voglia di allegria, gioia di vivere, unite con la caparbietà e la serietà per ideare cose nuove e diverse, curiose“:

I ricordi sono le serate a casa di Gianni Boncompagni, quando con le telecamerine noi facevamo i cretini e lei rideva tanto; Gianni aveva la fissazione dell’elettronica, ogni telecamera serviva per improvvisare show balordi a casa sua. (…) Ha rappresentato la bella televisione inventata dalla Rai; con Bernabei prima e Agnes dopo, la Rai aveva messo in piedi la più bella televisione di intrattenimento del mondo. E noi non ce ne rendevamo conto. Incensavamo la Bbc, Letterman, la grande tv americana. Ma adesso grazie ai frammenti del web lo sappiamo: la tv di Raffaella, di Corrado, di Mina, di Falqui, di Sacerdote e Trapani, quella era la tv più bella del mondo perché era fatta per rallegrare ma anche per educare, educare rallegrando, che cosa meravigliosa“.

Infine, si è unita al cordoglio anche Sophia Loren, che ha avuto modo di interagire qualche anno fa con la Carrà ribattezzata “sorellina” nell’unico loro incontro tv:

Raffaella è un regalo che mi ha fatto la vita. È un colpo al cuore, un colpo orrendo che arriva totalmente inaspettato. Prima di quella bella intervista, nel corso di ‘A raccontare comincia tu’, nella quale veramente sembravamo vecchie amiche, non ci eravamo mai incontrate personalmente. Eppure tante volte ci eravamo andate vicinissime, in Italia e in America. Quasi incrociate in sala trucco, in uno studio televisivo, una volta ero ospite in uno show dove c’era anche lei ma io ero intervistata da Corrado, da un’altra parte, e così anche quella volta niente. (…) Ci siamo divertite tutto il tempo, è stato bello lavorare insieme, ci si capiva al volo e le battute erano tutte spontanee. Noi parliamo ma io non riesco ancora a credere che se ne sia andata senza dire niente. Una lezione per tutti“.

Parole, pronunciate all’AdnKronos, che si sono concluse con un attestato di stima:

Devi lavorare con amore e dedizione, se non ci credi tu per prima è finita. Bisogna avere fiducia in sé stessi e lei l’aveva, e così ti prepari per realizzare i tuoi sogni. E se si cade, si ingoia e si riprova. Era una grande professionista e una donna meravigliosa, aveva fatto spettacoli bellissimi eppure si stupiva ancora ed era entusiasta. Aveva passato la vita nello spettacolo ed era diventata universalmente la Carrà. Non è un traguardo qualunque. Pochissimi possono dire a ragione di essere arrivati al top“.



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