Da bonario “papà d’America” a “violento predatore sessuale”. L’immagine di Bill Cosby con le manette ai polsi aveva fatto il giro del mondo, accompagnata da una pesante sentenza. L’attore afroamericano avrebbe dovuto scontare fra i tre e i dieci anni di carcere. Un macigno che le attiviste del movimento #MeToo avevano brandito come una vittoria.  Ora, a distanza di soli due anni, il colpo di scena: con un clamoroso ribaltamento giudiziario, l’ex protagonista nella sitcom “I Robinson” – oggi 83enne – è tornato libero a seguito dell’annullamento della condanna per violenza sessuale.

Secondo i sette membri della Corte Suprema della Pennsylvania, a Cosby è stato negato un giusto processo. Nella loro delibera contenuta in 79 pagine, i giudici scrivono che un accordo a non procedere era stato siglato con un precedente procuratore e che, quindi, l’uomo non avrebbe dovuto essere rinviato a giudizio né condannato. Alla luce di questa violazione dei suoi diritti, ha scritto il giudice David Wecht, l’attore “va rilasciato e ogni futuro procedimento riguardante queste particolari accuse va vietato“.

Così, il popolare comico è tornato in libertà, dopo che nel carcere di Montgomery County aveva già scontato oltre due anni della condanna che gli era stata inflitta e che, nello specifico, era riferita al caso dell’ex cestista Andrea Constand. La donna lo aveva accusato di averla drogata con barbiturici e aggredita nella sua abitazione nel 2004. Cosby si era sempre dichiarato innocente, sostenendo che quello fosse stato invece un rapporto consensuale; una versione che non aveva però convinto i giudici. L’attore era stato accusato anche da altre 60 donne, senza però che ne scaturisse alcun processo visto il lungo tempo trascorso dai fatti contestati.

La pioggia di accuse e la condanna erano stati considerati come un successo dal movimento #MeToo, che – sull’onda delle proprie battaglie ideologiche e delle denunce da esse sollecitate – avrebbe poi fatto cadere molte altre teste a Hollywood, inclusa quella del potente produttore cinematografico Harvey Weinstein. A distanza di tempo, la rocambolesca scarcerazione di Cosby dovuta ad un cavillo procedurale infligge un duro colpo proprio al movimento femminista che aveva cavalcato la vicenda e utilizzato a proprio favore l’immagine dell’attore alla sbarra, distrutto nella reputazione.

Bill Cosby libero, la reazione di Andrea Constand

In un messaggio pubblicato su Twitter, intanto, la principale accusatrice di Cosby, Andrea Constand, ha esternato il proprio disappunto parlando di decisione “non solo deludente ma preoccupante, perché potrebbe scoraggiare dal denunciare o partecipare al perseguimento dell’aggressore coloro che cercano giustizia per violenza sessuale”.

Our statement. pic.twitter.com/px4Y5cqYaZ

— Andrea C. she/her/they/them (@ConstandAndrea) June 30, 2021

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