La defezione polemica di Rula Jebreal ha costretto Zoro a prendere la questione di petto. Dopo che la giornalista aveva declinato l’invito a Propaganda Live, in quanto unica donna tra gli ospiti annunciati, il conduttore della trasmissione di La7 ha aperto la puntata di ieri commentando l’accaduto e parlando, con malcelato fastidio, di episodio “particolarmente spiacevole“.
“A noi dispiace molto. Rula Jebreal, questo lo abbiamo capito, non conosce la nostra trasmissione, altrimenti avrebbe saputo che da sempre, fin dai tempi di Gazebo (…) ci sono state anche delle donne“
ha commentato Diego Bianchi, alias Zoro, addentrandosi poi in uno spiegone sul tema sollevato da Rula Jebreal. Il rimprovero della giornalista, in realtà, ci era apparso alquanto superficiale, sia perché nel cast fisso di Propaganda Live ci sono delle donne (le giornaliste Constanze Reuscher e Francesca Schianchi), sia perché la storia del programma è da sempre legata ad idee progressiste e di inclusione. Un punto, questo, rivendicato anche dallo stesso conduttore.
“Quest’anno abbiamo vinto il Diversity Award, che vuol dire che questa trasmissione è la più brava a rappresentare tutte le diversità di genere, di etnia, di lingua di cultura, di provenienza. E’ il racconto che cerchiamo di fare da otto anni. Noi il limite della rappresentanza femminile lo conosciamo, lo percepiamo, cerchiamo di lavorarci“
ha detto Zoro, tradendo un certo disappunto per la paradossale polemica piovuta addosso al suo programma.
“Ci viene istintivamente di chiamare una donna o un uomo perché competenti. Chiamiamo una persona perché è la migliore per parlare di una determinata cosa e non pensiamo subito al sess0 (…) L’episodio di oggi è particolarmente spiacevole perché noi non avevamo chiamato Rula Jebreal perché è una donna, ma perché ci sembrava – vista la sua storia – la persona migliore per aiutarci e darci un punto di vista su quello che sta succedendo tra Israele e Palestina. La scelta che facciamo degli ospiti non è mai neutra, su questo palco non salgono politici ma soprattutto non salgono certi pensieri. La cosa che mi dispiace è che non avremo una donna a parlare, saremo tutti uomini, e soprattutto non ci sarà nessuno a parlare di Palestina con quel pensiero e quel ragionamento che volevamo condividere“
ha precisato il conduttore di La7, costretto dalla Jebreal – in una sorta di cortocircuito ideologico – a dover rendere conto delle proprie buone intenzioni senza che ve ne fosse realmente la necessità.
Diego Bianchi spiega cos’è #propagandalive https://t.co/BxSNTB5ZKq
— Propaganda Live (@welikeduel) May 14, 2021
1. Dobby ha scritto:
15 maggio 2021 alle 12:12