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maggio

Sebastiano Lombardi: «Le produzioni di informazione di Rete 4 sono leader. Abbiamo esteso il pubblico anche ai laureati»

Sebastiano Lombardi

Sebastiano Lombardi

Tappate le orecchie a Floris e co. Intervistato dall’Ansa, il direttore di Rete 4 Sebastiano Lombardi esprime tutta la sua soddisfazione per la riuscita della sua Rete 4, che avrebbe attecchito anche presso un pubblico considerato elitario dando indirettamente un’altra spallata alla ’sconfitta’  La7:

Le nostre produzioni di informazione della prima serata sono leader in Italia, un obiettivo che sembrava difficile ma Fuori dal Coro è leader ed ha vinto sempre tranne un paio di volte, Dritto e Rovescio ha vinto 15 su quindici serate, Quarta Repubblica e Quarto Grado vanno benissimo in giorni impossibili. Del resto per una rete leader nell’informazione è meglio non vincere tutti i confronti, però siamo riusciti ad estendere pubblico al livello che ci interessava, laureati con profilo caratteristico maschile alto istruito capacità di spesa. Insomma basta dire che Rete4 è in overbooking pubblicitario“.

Una rivoluzione iniziata nel 2018, col sostegno di Piersilvio Berlusconi e Publitalia, alla quale mancherebbe un vecchio tassello: Freedom, lo show di Roberto Giacobbo che è migrato su Italia1. “Con cinque serate d’informazione direi che manca Freedom o qualcosa di simile. Sta andando bene su Italia1 e sono contento” fa sapere Lombardi. Diversificare, in effetti, non sarebbe una cattiva idea per Rete 4; andando oltre, aggiungiamo noi, ci sarebbe da rafforzare il telegiornale (che peraltro alle 12 ha un traino davvero basso), considerata la natura del canale.

Lombardi non è a caccia di ascolti, invece, con Milano 2020, documentario con la cronaca dei 70 giorni in cui la pandemia ha preso piede nel Paese. Domani in prima serata, spazio a immagini inedite, storie personali e tante testimonianze, tra cui quelle di Don Virginio Colmegna (Casa della Carità), Mario Nosotti (Policlinico), Marco Tarquinio (Avvenire) e Alberto Zangrillo (San Raffaele).

“La scelta è nata prima di tutto dal via libera di Piersilvio Berlusconi. Quando gli ho fatto sapere come era il progetto non ha avuto nessun dubbio ed ha rinunciato a qualunque prospettiva di ascolti. Mi ha immediatamente sostenuto e io ci tenevo molto perchè siamo in un momento di passaggio, intravediamo l’uscita, quindi era il momento giusto per fare un punto sul Covid, cosa è stato, per guardare con pudore e dignità alla rete di persone che hanno di fatto portato avanti il Paese. Era indispensabile, poi il pubblico va sfidato, bisogna dargli una fiducia supplementare. Era il momento giusto per non dimenticare e restare uniti come Paeseha spiegato il top manager di Cologno Monzese.

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3 Commenti dei lettori »

1. Marco Cappuccini ha scritto:

8 maggio 2021 alle 12:54

E il fatto che “l’informazione” di Rete4 ora rapisca anche l’attenzione di una parte dei laureati, la dice tutta sullo stato culturale del nostro Paese.



2. Luigi_FI ha scritto:

10 maggio 2021 alle 09:02

Ma veramente si vantano di quelle vaccate di programmi ? Contenti di Giordano e delle sue cretinate ?
Del Debbio ?
non abbiamo speranza….



3. Maria Cristina Giongo ha scritto:

11 maggio 2021 alle 10:31

Giusto offrire cultura e informazione, ottimo non puntare solo sullo share, spesso con dati che per alcune trasmissioni in forte calo di ascolti vengono invece esaltati e aumentati, come se i telespettatori fossero stupidi e non sapessero controllarli da soli….ma alcuni di questi programmi sono troppo politicizzati; e soprattutto di parte.

Se si vuole, ripeto, giustamente, offrire un’informazione di livello deve essere sopra ogni parte; trasparente e deontologica.

Mario Giordano è un bravo giornalista ma quando sbraita in quel modo, urlando, non si può sentire!!!! Dovrebbe darsi una calmata. Del Debbio si dà troppe arie. Per il resto preparano buoni servizi, ma, ripeto, a parer mio, non sono programmi indipendenti, a livello politico. Come non lo è più Massimo Giletti.

Nessun paragone con reporter, per esempio.



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