I figli di Vincenzo Muccioli, il fondatore della comunità terapeutica di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano, hanno querelato per diffamazione aggravata Netflix per la docu-serie SanPa sulla figura del padre.
Disponibile dallo scorso 30 dicembre, la serie ha avuto un’importante rilevanza mediatica, riportando alla ribalta “luci e tenebre” della comunità riminese (qui la nostra recensione). Andrea e Giacomo Muccioli – come riporta Corriere Romagna – hanno deciso di difendere in tribunale la memoria del padre, assistititi dall’avvocato Alessandro Catrani, per quella che considerano una “ricostruzione distorta della storia della comunità e del fondatore, descritto come violento e misogino”.
SanPa, prima docu-serie italiana di Netflix, secondo i figli di Muccioli contiene allusioni diffamatorie come “la presunta morte per Aids di Vincenzo Muccioli da ricondurre a una altrettanto presunta omosessualità”. Ricordiamo che in SanPa, tra gli intervistati, c’è proprio la testimonianza di Andrea Muccioli, evidentemente non soddisfatto del risultato finale.
La stessa comunità di San Patrignano, dopo l’uscita della docu-serie, si dissociò completamente da un racconto considerato “sommario e parziale, con una narrazione che si focalizza in prevalenza sulle testimonianze di detrattori, per di più, qualcuno con trascorsi di tipo giudiziario in cause civili e penali conclusasi con sentenze favorevoli alla Comunità stessa, senza che venga evidenziata allo spettatore in modo chiaro la natura di codeste fonti”.