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marzo
AresGate, Manuela Arcuri difende Tarallo su La7. «Lucifero? No, è una grandissima persona» – Video

Manuela Arcuri, Non è l'Arena
Lucifero? “No, Alberto Tarallo è una grandissima persona, ha un cuore enorme“. Manuela Arcuri è tornata in tv a parlare dell’Ares gate. L’attrice è apparsa ieri a Non è l’Arena per difendere a spada tratta il principale protagonista della controversa vicenda, iniziata dalle rivelazioni di Rosalinda Cannavò (ex Adua del Vesco) e finita in Procura con un’indagine per la presunta istigazione al suicidio dello sceneggiatore Teodosio Losito. “È giusto che dica quello che ho visto con i miei occhi” ha messo in chiaro la «super-testimone» ed ex volto delle fiction Ares, convocata da Giletti.
Il conduttore, probabilmente a conoscenza della linea innocentista dell’attrice, ha dato spazio alla testimonianza di quest’ultima, che negli studi di La7 ha rigettato la definizione di “gabbia dorata” attribuita da Adua, con allusioni sinistre, alla realtà costruita dal produttore Tarallo.
“Per Tarallo e la Ares la cosa importante era curarsi degli attori. Loro li creavano, li formavano, li facevano crescere (…) Io una gabbia dorata non l’ho mai vista, assolutamente no. Costrizioni? No, io ho avuto liberamente i miei fidanzati, loro semmai mi davano dei consigli, ma erano dei consigli di un produttore per tutelare la tua immagine di attrice“
ha affermato Manuela, che è poi passata a ridimensionare le voci su alcune restrizioni che sarebbero state imposte agli attori Ares in merito alla loro vita sentimentale.
“Secondo me costringere una persona a tal punto è un’assurdità, perché parliamo di uomini e donne maturi che sapevano perfettamente quello che a cui andavano incontro. Nel momento in cui una persona prende una decisione, ha delle conseguenze. Se io decido di non dire il mio orientamento sessuale perché sono un sex symbol, perché ho intenzione di lavorare di più, è giusto che io segua quella strada. Ma se dico di dirlo, nessuno mi obbliga a non farlo“
ha sostenuto l’attrice, mentre a Non è l’Arena il caso Ares veniva sostanzialmente ridotto ai soli racconti di Adua Del Vesco (sulla quale il programma aveva già espresso dubbi e critiche), alle sue ambizioni e alla depressione di Teodosio Losito, ribadita anche dalla stessa Arcuri. “Viveva un tipo di depressione interna, nascosta“. Secondo quanto emerso, però, lo sceneggiatore avrebbe dato segnali del suo malessere anche prima di compiere il gesto estremo.
Tra i passaggi più significativi della testimonianza della Arcuri, la difesa diretta di Alberto Tarallo, che l’attore Massimiliano Morra (anch’egli ex Ares) aveva soprannominato “Lucifero” durante una conversazione con Adua Del Vesco. All’udire quella definizione, Manuela ha tirato un sospiro. Ed è partita la ‘perorazione’:
“No, Alberto Tarallo è una grandissima persona, ha un cuore enorme. E’ una persona che a me a tutti gli attori ha dato veramente tanto, ha dato sé stesso, ha dato tutto quello che poteva dare per il bene delle sue produzioni, perché eravamo una grande squadra tutti quanti insieme. E lui faceva il bene per tutti (…) Io parlo della mia esperienza diretta di 15 anni e lui non mi ha mai imposto nulla. Alberto e Teo (Losito, ndDM) erano una coppia meravigliosa, un grandissimo amore. Avevano una grandissima complicità, perché erano l’uno complementare dell’altro. Lavoravano e vivevano insieme, erano una cosa sola. Come posso pensare anche solo lontanamente che lo abbia istigato lui al suicidio?“.
Da precisare però che – grazie ad una notorietà pregressa e ad altre esperienze fatte al di fuori di quel mondo – Manuela Arcuri vanta un percorso diverso rispetto agli altri attori legati a Tarallo (come Garko o Del Vesco), lanciati da zero o quasi.
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— Non è l’Arena (@nonelarena) March 21, 2021


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