24
novembre

Tavoli e scrivanie invadono i talk: da Vespa a Formigli, ecco chi si è convertito alla nuova estetica

Porta a Porta

I ‘cavalieri della tavola rotonda‘ televisiva, ormai, sono una nutrita schiera. Li riconosci subito, facendo zapping. Si tratta di quei conduttori che, seguendo una tendenza ormai molto diffusa anche in Italia, presentano i loro programmi d’approfondimento accomodati ad una scrivania e attorniati dagli ospiti di turno (distanziamento sociale permettendo). Questa modalità sta progressivamente cambiando l’estetica dei talk show, nonché la loro prossemica, archiviando in parte quella dei tradizionali salotti tv.

In televisione, infatti, il tavolo è ben più che un semplice complemento d’arredo. Il suo utilizzo compatta, anche a livello visivo, lo svolgimento della scena e risulta funzionale alle esigenze di molte trasmissioni, che – ci avrete fatto caso – nel tempo hanno ridotto via via il numero degli ospiti coinvolti. Che si parli di politica, attualità, di economia o di costume, il ‘cavalieri della tavola rotonda’ si concentrano ormai su pochissimi interlocutori in studio.

Questa tendenza ha dimezzato il sovrapporsi delle voci ed ha preso piede proprio nei mesi dell’emergenza sanitaria, anche per compensare lo svuotarsi degli studi tv dovuto alle normative anti-Covid. E pensare che all’estero – dove questa modalità era già in uso – sta avvenendo il contrario: nel programma The Talk, in onda sulla Cbs, le protagoniste non siedono più attorno alla tavola rotonda ma rispettano il distanziamento sociale accomodandosi su sedie separate. In altri casi (come nel Drew Barrymore Show), la presenza degli ospiti in studio è addirittura fittizia e ricreata virtualmente con una tecnologia che avvicina persone distanti centinaia di chilometri.

Uno dei primi ad inaugurare il genere in Italia era stato Fabio Fazio, con un segmento di Che Tempo Che Fa chiamato proprio “il tavolo“. Esagerando forse con il numero di ospiti (in alcuni casi una vera sfilza), il conduttore aveva aperto una strada. E’ presumibile che il conduttore, di casa a Parigi, abbia preso spunto dalla tv francese, dove la table è un’usanza diffusa.

La modalità di conduzione alla scrivania ha poi trovato una diffusione in talk show politici come L’Aria che Tira. Nel programma di Myrta Merlino il tavolo è passato da semplice postazione della conduttrice ad elemento centrale dello studio. E così, in maniera ancor più conclamata, a Piazzapulita. Quello di Corrado Formigli era il classico dibattito con gli ospiti posizionati su comode poltrone; a partire dal 2015, l’intera trasmissione si svolge però attorno ad un tavolo ‘frammentato’ alla presenza di pochi ospiti per ogni segmento. L’assenza di pubblico in studio (causa Covid) ha reso il tutto ancor più evidente. Le luci, in questo caso, non sono più distribuite su tutto lo studio ma risultano puntate unicamente sul tavolo della discussione, mentre attorno i toni sono più soffusi.

La nuova estetica televisiva è stata scelta anche da , nel cui studio ora campeggia una lunga scrivania con Bruno Vespa al centro e gli interlocutori di turno disposti di lato. Le tradizionali poltroncine bianche disposte a file parallele? Sparite. Il conduttore le utilizza eccezionalmente per le interviste singole, nei faccia a faccia, o adopera degli sgabelli nel caso vi siano più partecipanti. Questo ha, come ovvio, trasformato le liturgie serali della ‘terza Camera’ televisiva, rendendole meno formali. Il tavolo avvicina i protagonisti del confronto, crea prossimità e smorza il protocollo. Per rimanere sempre sull’ammiraglia, anche ad UnoMattina si rintraccia una scelta analoga e pure è comparsa una scrivania per Alberto Matano ed i suoi ospiti. Anche nell’approfondimento Sette Storie Monica Maggioni conduce da seduta, quasi in stile tg.

Al di là di alcuni talk show nati con la scrivania incorporata (pensiamo ad Otto e Mezzo, Stasera Italia o Mezz’ora in più), ve ne sono invece altri come Agorà, Quarta Repubblica, Dritto e Rovescio o Non è L’Arena che invece mantengono la più tradizionale e mai tramontata formula. In questi ultimi casi (con particolare riferimento ai talk di Rete4) l’elemento distintivo è piuttosto rintracciabile in una modalità più identitaria di trasmissione dei contenuti.

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2 Commenti dei lettori »

1. Antonio ha scritto:

24 novembre 2020 alle 14:59

Dimenticate domenica in che nelle ultime settimane in alcuni frangenti anche fa uso del tavolo.



2. lele ha scritto:

25 novembre 2020 alle 17:44

A dire il vero i tavoli non sono una novità per i talk show italiani. Se vi ricordate proprio nel 2015, quando Piazzapulita adottò il tavolo, vi fu un’innamoramento generale tanto che anche altre trasmissioni (addirittura Agorà!) lo adottarono, poi si è tornati rapidamente ai soliti salottini caciaroni.



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