Con il rilascio della terza e ultima stagione di Suburra, è giunta al termine la tormentata storia dei criminali Aureliano Adami (Alessandro Borghi) e Alberto “Spadino” Anacleti (Giacomo Ferrara). La fine, arrivata dopo 24 episodi totali, ha riservato una clamorosa sorpresa legata al destino dei due protagonisti. Vediamo quindi che cosa è successo negli ultimi minuti della serie italiana e in che modo i personaggi si sono congedati definitivamente dal pubblico.
Suburra 3: cos’è successo nel finale
Negli ultimi minuti della terza stagione, Aureliano è intervenuto in difesa dell’amico-nemico Spadino, che stava per essere ucciso dai suoi familiari zingari per i vari errori e tradimenti commessi, tra cui il tentato omicidio del fratello Manfredi (Adamo Dionisi), nel tentativo di prendersi l’intera gestione della sua parte d’impero di Roma, cha avrebbe voluto comandare con l’Adami. Nello scontro a fuoco innescatosi, è stato dunque Aureliano ad immolarsi per il bene dell’amico e ha perso la vita in seguito a due spari che gli sono stati inferti in pieno petto.
Emotivamente distrutto per aver perso il grande amore della sua vita, in nome di un’omosessualità nascosta per tanto tempo, Spadino ha quindi assassinato Manfredi e ha deciso di lasciarsi completamente alle spalle la criminalità della Capitale e ha troncato il suo matrimonio con la moglie Angelica (Carlotta Antonelli), sottolineando di non essere in grado di darle quel tipo di rapporto che meritava. Prima di andarsene, l’Anacleti si è però congedato da Aureliano, in mezzo al mare e sopra una barca dove ha potuto piangere, senza riserve, per la perdita del suo “amato”.
Tutto ha così lasciato pensare che Spadino avesse abbandonato il corpo dell’Adami in mare, soprattutto perché ha comunicato a Nadia (Federica Sabatini), la fidanzata dell’uomo, di averlo lasciato libero di riposare insieme alla sorella Livia (Barbara Chichiarelli). Un finale amaro e diverso da quello del film omonimo, dove a morire fu Spadino per mano di Aureliano “Numero 8″.