23
settembre

diMartedì, Concita De Gregorio bacchetta Sallusti: «Perché mi chiami per nome?». Ma anche Floris aveva fatto lo stesso

Alessandro Sallusti, Concita De Gregorio

Solo il sessismo reale – atteggiamento di degno assoluto biasimo – è peggio di quello presunto. Abbiamo assistito con incredulità alla polemica sollevata ieri sera da Concita De Gregorio a nei confronti di Alessandro Sallusti: su La7, la giornalista ha rimproverato al direttore de Il Giornale di averla chiamata per nome e non per cognome, a differenza di quanto egli avesse fatto con gli altri ospiti di sesso maschile. Peccato che, poco prima, anche il conduttore della trasmissione, , avesse fatto altrettanto, senza però ricevere alcuna ramanzina. 

Sallusti scusi, ma perché mi chiama per nome e io la chiamo per cognome?

ha lamentato ad un tratto De Gregorio esibendo un certo fastidio. Pungolato, il direttore de Il Giornale ha a quel punto replicato ironicamente ma con fermezza:

Cara professoressa, mi dimenticavo che non puoi mischiarti con gli ignoranti. Dottoressa, le chiedo scusa! Siccome quando ci vediamo di persona ci diamo del tu e scherziamo, mi permettevo di farlo. Diciamo ai telespettatori che quando lei mi vede in privato e capita che ci incontriamo mi dà del tu e ci salutiamo con grande affetto. Adesso in televisione le fa schifo?“.

Ma la giornalista di Repubblica ha ribadito:

Non capisco perché chiami me con il nome di battesimo e Damilano con il suo cognome. Chiamare una persona con il nome di battesimo è un indizio…“.

A quanto pare, tuttavia, l’«indizio» in questione stavolta era abbastanza nebuloso e infatti nemmeno il conduttore – che ha subito tentato di stemperare gli animi – lo aveva colto come particolarmente irrispettoso.

L’accusa è di sessismo, diciamo, ma in realtà credo sia una maggior affabilità

aveva ragionevolmente chiosato il padrone di casa. Ma sapete il paradosso? Poco prima, proprio Giovanni Floris aveva adottato il medesimo ed involontario comportamento nei confronti della giornalista di Repubblica, senza che nessuno (a cominciare da lei stessa) avesse giustamente battuto ciglio.

Dopo aver presentato tutti gli ospiti, il conduttore aveva aggiunto: “Concita, se sei d’accordo inizierei da te e Sallusti“. E di seguito aveva elencato in questo modo l’ordine degli interventi previsti: “Concita, Sallusti, Senaldi, Sotis“. Accidenti! Anche nel prosieguo del dibattito, De Gregorio era stata ripetutamente chiamata per nome da Floris ed ella stessa si era rivolta a quest’ultimo con un colloquiale “Giovanni“.

Ora, sappiamo bene che l’utilizzo del nome proprio può essere utilizzato come tecnica per sminuire l’interlocutore ma in questo frangente non abbiamo avvertito la volontaria intenzione di farlo. Di polemiche pretestuose, perché fondate su basi traballanti, sono piene i talk show: quella andata in scena ieri sera su La7 crediamo possa inserirsi in tale categoria.



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3 Commenti dei lettori »

1. Ghigno ha scritto:

23 settembre 2020 alle 11:56

Quanti giri di parole per giustificare il SESSISMO. Una degli atteggiamenti base del sessismo è chiamare per cognome gli uomini e per nome le donne, perché così facendo si dà loro più confidenza, sembra di parlare a un’amica, la loro opinione è più amichevole che professionale.

Inventare distinzione tra sessismo e reale e presunto (quando qui di presunto non c’è proprio niente) significa solo che l’autore è sessista e cerca una giustificazione anche per sé.



2. PeppaPig ha scritto:

23 settembre 2020 alle 13:43

La De Gregorio è davvero pesante, mamma mia. Che polemica inutile. In realtà tutta l’ospitata è stata abbastanza inutile, perchè ha ripetuto come un disco rotto le stesse cose che aveva già detto il martedi precedente, solo che non le era venuto bene perchè Salvini le aveva riso in faccia tutto il tempo, spengendo la sua vis polemica. Ieri invece ha potuto recitare tutta la poesia in pace e senza nessuno che le facesse ombra. E non avendo Salvini da attaccare, è toccato al povero Sallusti. Ormai viviamo in un mondo ossessionato dalla forma (in tutti i sensi) e totalmente disinteressato alla sostanza.

P.S.: quando in contesti formali, professionali, istituzionali che dir si voglia mi chiamano per nome non mi dispiace e non ci ho mai visto niente di male. Il sessismo è ben altro.



3. ANDREA ha scritto:

23 settembre 2020 alle 14:54

Fateci sempre caso, tra colleghi giornalisti è normale che in tv si danno del tu. Succede da sempre, non da oggi. La Concita verso i colleghi dell’altra parte politica non ama ricevere il tu.



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