Prima in festa e spensierati in Sardegna, ora positivi al Covid-19. Il tutto documentato da loro stessi (geni!) via social. E’ così che Selvaggia Lucarelli si scaglia contro i vip che da giorni sbandierano come fosse “uno status symbol” la loro positività al virus di rientro dalle vacanze.
“Come sapete io non faccio quasi mai video, faccio pochissime storie con la mia faccia. Faccio un’eccezione perché sta succedendo qualcosa di incredibile e surreale. Da un po’ di giorni sto monitorando Instagram e tutti quegli influencer e quel vippame, forse un po’ scaduto, che in Sardegna ha preso il Covid e che ci sta indicando la retta via, il come comportarsi, ci sta dicendo di metterci la mascherina. Tutto questo vippame, anziché stare in silenzio, buono e guarire, ha deciso anche di condividere il tutto (…) come se il Covid improvvisamente non fosse una malattia ma uno status symbol. Tutto questo è molto inquietante“
tuona la giornalista su Instagram. Parla di “vippame scaduto” e non si tira indietro nell’identificare “questi incredibili personaggi” e la loro assurda negligenza, trasformatasi oggi in lezioncine via social su come convivere con la pandemia (che andavano bene tre/quattro mesi fa, non certo ora). Da Federico Fashion Style e moglie ad Antonella Mosetti, da Teresanna Pugliese a Vittoria Deganello, da Aida Yespica a Nilufar Addati, da Daniele Schiavon ad Andrea Melchiorre e altri influencer o presunti tali, che Selvaggia non esita a definire “pirla che si sono ammalati facendo la movida in Sardegna“.
Ammalarsi di Coronavirus è certamente una sciagura e come tale non va di certo augurata. E’ un virus che, come ricorda la stessa giornalista, “democraticamente” colpisce tutti, anche i più attenti. Sarebbe dunque auspicabile che il ‘vippame’, che ha un certo seguito sui social, riconosca le proprie mancanze e, anche nel rispetto delle numerose vittime, eviti di far passare la positività al virus come una passeggiata. Essere stati, almeno per il momento, ’soltanto’ colpiti da una forma lieve del Covid può da una parte tranquillizzare il pubblico di follower, ma dall’altra non può avallare comportamenti negligenti e licenziosi come fossimo difronte ad una normale influenza. Discorsi, questi, che tra l’altro si facevano a febbraio, quando il dramma non era ancora chiaro a tutti; doverli ripetere quasi sette mesi dopo è persino imbarazzante.
1. vicky ha scritto:
29 agosto 2020 alle 10:12