“Tutto vorrei tranne che leggere ‘Gay1’, ‘Rai1 gay’. Basta piccolezze, bassezze. Di fronte alle persone non mi chiedo mai con chi vanno a letto” - è solo un piccolo estratto di una risposta data dal direttore di Rai 1, Stefano Coletta, all’incontro con la stampa per la presentazione (anche se sono già andate in onda due puntate) di Sette Storie di Monica Maggioni.
“Questa storia della ‘gayzzazione’ di Rai1, in riferimento a tutte le persone chiamate dal precedente direttore, Teresa De Santis, mi sembra che possa indurre una riflessione: che cacchio ce ne frega. Tutti i conduttori cui si fa riferimento in tutti gli articoli, anche in maniera un po’ gratuita, tutti i nomi indicati in maniera dispregiativa per la loro inclinazione sessuale, che io peraltro non conosco, sono stati scelti dal precedente direttore di Rai 1“.
Come riportato da ADN, Coletta risponde, dunque, allo sgradevole chiacchiericcio venutosi a creare nei giorni scorsi sulla presenza di conduttori omosessuali sull’ammiraglia Rai. Il tutto sembrerebbe partito da un post di (nemmeno a dirlo) Mario Adinolfi, cui sono seguite delle uscite infelici sui social di Alberto Salerno (prontamente ripreso dalla moglie Mara Maionchi) e le insistenti domande su una presunta “gayzzazione” della rete fatte da una giornalista de Il Messaggero a Fabio Canino.
Il direttore ribatte anche alle malelingue colpevoli di averlo additato come simpatizzante di conduttori appartenenti alla comunità LGBTQI per motivi personali:
“Chi vuole usare questi nomi per fare riferimento alla mia vita privata sbaglia, non parlo mai della vita delle persone, sono un uomo molto libero e non mi interessano le chiacchiere su questi temi. È deprimente quello che si legge” – e poi ancora – “Mio padre, a 80 anni, mi chiedeva se i personaggi televisivi fossero sposati o meno, era nato nel 1920. Nel 2020, dopo cento anni io mi occuperei del livello culturale delle persone, giudicherei i conduttori per la loro professionalità“.
Parole condivisibili quelle di Coletta. Difatti più che badare all’orientamento sessuale, bisognerebbe preoccuparsi delle competenze e del gradimento da parte del pubblico dei conduttori. Sotto questo aspetto, le polemiche e le proteste potrebbero essere ben più calzanti.
1. PeppaPig ha scritto:
10 luglio 2020 alle 21:36