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aprile

Passeggeri Notturni: un racconto teso, a metà strada tra piccolo e grande schermo

Passeggeri Notturni - Paolo De Vita

Passeggeri Notturni - Paolo De Vita

La messa in onda televisiva era prevista inizialmente per il 20 marzo ma, a causa degli stravolgimenti di palinsesto dovuti al Coronavirus, la serie di RaiPlay Passeggeri Notturni debutterà sul piccolo schermo soltanto oggi, nella prima serata di Rai 3. Dieci brevi puntate montate insieme come se fossero un film, che abbiamo già visto (qui la presentazione).

Passeggeri Notturni: interpreti bravi per una trama che parla di varie forme di dolore

Il racconto si muove su diversi piani temporali, con l’utilizzo quasi costante del flashback, e racconta i risvolti di un’indagine di polizia in cui Enrico (Claudio Gioè), lo speaker protagonista, si trova coinvolto per essere stato l’ultimo ad aver parlato con la vittima, in diretta radiofonica. L’indagine stravolgerà la sua vita, portandolo a rianalizzarne alcuni passaggi, e lo stesso accadrà al suo amico Nicola (Gianmarco Tognazzi) e ad altri ascoltatori della radio, che interverranno in diretta per raccontare le loro storie.

Queste storie saranno il cuore dei singoli episodi, indagando l’animo umano e temi quali il dolore, il sopruso, la violenza, il rimpianto. In un’atmosfera cupa e drammatica, dalla quale ci si aspetta sempre il peggio, che non lascia mai spazio alla leggerezza e che tiene lo spettatore in costante tensione, senza pause, proprio come accade in una sala cinematografica.

Se nasci fiction, tuttavia, difficilmente puoi diventare davvero un film. E la suddivisione in episodi, benché accompagnata da una trama orizzontale che li attraversa tutti, iniziando nel primo e concludendosi nell’ultimo, è netta e tale resta. Anche guardandole tutte insieme, una dopo l’altra, restano storie a sé che nell’arco del racconto sanno coinvolgere lo spettatore, ma di cui si perde immediatamente traccia, restando del tutto slegate dal resto.

Formato a parte, il prodotto è ben scritto – ma la firma di Gianrico Carofiglio era una garanzia – e molto ben interpretato, sia dal protagonista che dai comprimari. Tra i quali spicca Paolo De Vita nei panni di un contadino dal passato oscuro, che si rivelerà fondamentale nella vita di Enrico, che lo ha conosciuto quand’era bambino.

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