La platea televisiva e gli ascolti aumentano, ma le casse delle emittenti restano vuote. O quasi. Il paradosso vissuto dal mondo tv ai tempi del Coronavirus è facilmente spiegabile: con la quarantena imposta dall’emergenza sanitaria, i telespettatori davanti al piccolo schermo sono cresciuti sensibilmente ma al contempo gli investitori pubblicitari hanno frenato di colpo la loro attività e procurato ai broadcaster un preoccupante periodo di magra. I dati al riguardo sono piuttosto eloquenti.
Ad avvertire il contraccolpo da Coronavirus sono state soprattutto le emittenti commerciali, come spiega Italia Oggi in un articolo. Nel nostro Paese, dettaglia il quotidiano economico, la raccolta pubblicitaria tv ha registrato un calo del 40% a marzo. E anche su aprile, la situazione è destinata a non cambiare: si stima, ugualmente, un calo del 40% e si ripongono flebili speranze sull’ultima parte del mese, quando – situazione sanitaria permettendo – dovrebbe scattare una graduale riapertura delle attività in cui non ci sono assembramenti di persone. Sul mese di maggio si punta ad una riduzione delle perdite (- 10%) e si confida in un progressivo ritorno alla normalità dal 15 del mese.
A Mediaset, che convoglia circa il 60% degli introiti di questo mercato, è già suonato il campanello d’allarme. Idem nella più modesta La7, che già nel 2019 aveva chiuso con perdite di bilancio. Nelle scorse settimane, il patron dell’emittente Urbano Cairo aveva caricato i suoi venditori con un discusso video motivazionale diventato recentemente pubblico (“Mi sento come se fossi nel 1996 quando ho lanciato la Cairo Pubblicità, allora eravamo pochissimi e scatenati più che mai“), ma la grinta dell’imprenditore da sola non farà miracoli.
Il rinvio degli Europei di calcio al 2021, inoltre, toglierà a Rai e Sky gli investimenti che le aziende avevano previsto di effettuare sull’evento (si parla di circa 70 milioni di euro). Ad abbattersi su Sky in particolare è stata anche la sospensione delle varie competizioni sportive, a cominciare dalle Serie A, le cui sorti si stanno discutendo proprio in questi giorni.
La ripresa, forse, ci sarà. Ma non breve termine: le stime parlano di un -15% del mercato pubblicitario televisivo su tutto il 2020.