Fatti, non parole. Potremmo riassumere così il senso dell’accorato e condivisibile sfogo pronunciato ieri a Stasera Italia Weekend dal professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. Su Rete4, il medico si è scagliato contro le sterili discussioni politiche che continuano a consumarsi attorno all’emergenza Coronavirus. E che, anche ieri sera, stavano prendendo piede.
Udendo il battibeccare tra Marco Bestetti (Forza Italia) ed Elisabetta Gualmini, il professore ha perso la pazienza e ha sbottato:
“Sono un po’ stufo delle liti da pollaio che continuano a sentirsi tra i vari politici e che riverberano un po’ anche questa sera (…) La difficoltà ce l’abbiamo davanti con tutta la sua gravità e abbiamo bisogno delle forze di tutti e basta con le liti da pollaio! Non se ne può veramente più! Non riusciamo a lavorare se abbiamo alle spalle questo tipo di liti da pollaio. Finitela di tentare di portare da una parte o dall’altra la questione su punti che sono semplicemente di vantaggio politico perché io vi dico francamente, da cittadino se non da medico direttamente impegnato in questo momento, che la misura è colma!“
ha esclamato Galli. Con i politici in collegamento muti. Il dottore, del resto, ha espresso un concetto sacrosanto, soprattutto in questa fase in cui la politica – compresa quella che si affaccia quotidianamente in tv – dovrebbe adoperarsi a trovare soluzioni e non ad evidenziare le divisioni. Al riguardo, lo stesso primario ha aggiunto:
“In questo momento dobbiamo unire il Paese e lottare per arrivare a toglierci di mezzo questo che è un grave pericolo per tutti. E con questo credo di dover chiudere, forse ho anche esagerato e chiedo scusa“.
“C’è una standing ovation collettiva, questo è quello che pensiamo tutti” ha chiosato la conduttrice Veronica Gentili. Nei giorni scorsi, proprio su queste pagine, avevamo apprezzato la chiarezza e la coerenza comunicativa dimostrate in tv dal professor Galli, il cui intervento non ha fatto altro che confermare la nostra impressione positiva.