13
marzo

Pomeriggio Cinque, Barbara D’Urso ‘abbraccia’ i carcerati, il Segretario sindacalista della Polizia Penitenziaria la attacca: «Ci deve delle scuse, non può denigrarci»

Barbara D'Urso e Donato Capece

Barbara D'Urso e Donato Capece

Le parole sono importanti. Durante la puntata di ieri di Pomeriggio Cinque, si è consumato uno scontro tra Barbara D’Urso e il Segretario generale del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria. Lunedì la padrona di casa, parlando delle rivolte avvenute nelle carceri a seguito dell’emergenza Coronavirus, aveva mandato un abbraccio ai carcerati e ai loro parenti, mettendosi “nei loro cuori”. Al gesto era seguita una lettera pubblicata da un agente di Polizia penitenziaria, che aveva attaccato la D’Urso, rea di non aver elogiato ma rovinato l’immagine della sua categoria.

Arriviamo a ieri, quando la D’Urso si è anzitutto scusata della ‘dimenticanza’, sottolineando altresì che solitamente è avvezza salutare sempre anche le guardie carcerarie. Non l’avesse mai detto. Collegandosi poco dopo con Donato Capece, la D’Urso si è beccata l’ennesima ramanzina:

Vedo che lei poco conosce il corpo di polizia penitenziaria, noi siamo degli eroi sconosciuti, eroi silenziosi (…) quando lei manda un messaggio dicendo che tutti i detenuti sono nel suo cuore, io mi domando: io che sono un umile servitore dello Stato, quale ruolo ho nel suo cuore o comunque nella sua trasmissione? Ecco perché dico che lei ci deve delle scuse, a tutta la polizia penitenziaria”

afferma convinto il segretario, spiazzando probabilmente la padrona di casa, che credeva risolta la questione. Nel mirino di Capece, anche il termine guardie carcerarie utilizzato dalla diretta interessata, espressione che già nella lettera era stata ‘imputata’ alla presentatrice:

Mai più dovrebbe dire guardie carcerarie, non sono mai esistite e non esisteranno mai (…) ecco perché, signora Barbara, lei ci deve delle scuse pubbliche, deve dare a questi servitori dello Stato la dignità che lei gli ha tolto

“Credo che lei abbia imparato prima a memoria questo discorso, risponde a tono la D’Urso, sottolineando di essersi già scusata un attimo prima. “Non può denigrare la polizia penitenziaria chiamandoci guardie carcerarie”, insiste Capece, ‘costringendo’ la padrona di casa a fare nuovamente ammenda, questa volta non senza una certa vis polemica per il rimprovero ricevuto:

“Chiedo umilmente scusa della mia grandissima ignoranza e di aver per errore chiamato guardie carcerarie, invece di polizia penitenziaria (…) che sono dodici anni che dico che è nel mio cuore. Conosco bene i sacrifici e quindi lei, che invece si permette di dire a me che non so niente della polizia penitenziaria, fa un piccolo errore. Lei è venuto qui per fare polemica con me, io l’ho chiamata facendo prima le scuse, non voglio fare polemica con nessuno”



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4 Commenti dei lettori »

1. Tascione ha scritto:

13 marzo 2020 alle 11:44

Il problema è che la d’Urso (che è un genio di bravura televisiva) ha due piccoli difetti:
1. è troppo egoreferenziale
2. sostiene tutte le cause possibili e immaginabili, avendo a cuore tutto. Il che diventa qualunquismo.

Per il resto, ribadisco che è bravissima.



2. marcov2 ha scritto:

13 marzo 2020 alle 12:13

Guarda un po’ se uno nella vita si trova a solidarizzare con la D’Urso attaccata solo per aver mostrato un po’ d’umanità verso i carcerati.

Salvo errori giudiziari chi sta in galera merita di starci ma allo stesso tempo merita di essere trattato ancora come un essere umano. Qualcuno disse il livello di civiltà di una civiltà si giudica dalle sue carceri.



3. Marco Urli ha scritto:

13 marzo 2020 alle 12:25

Se conducesse solo programmi tipo reality o cafonerie varie lasciando l’informazione ai giornalisti sarebbe meglio anche per lei. Non arriverebbe a queste situazioni molto imbarazzanti.



4. mattep ha scritto:

14 marzo 2020 alle 10:13

Per una volta sto con la D’Urso. Mi sembra una polemica inutile del Segretario sindacalista



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