Tanta sofferenza, il dolore di chi nasce in un corpo che non sente come proprio, la rinascita con il percorso per diventare uomo, e il racconto fatto al Grande Fratello; fino ad oggi tutto quello che sapevamo di Gabriele Belli, transessuale ex-concorrente della decima edizione del Grande Fratello ci era stato raccontato dalle sue stesse parole.
Questa Domenica però, il contenitore di Barbara D’Urso ha dato la parola alla mamma di Gabriele, che riferendosi al figlio ancora con il nome di Elettra, ne ha raccontato un passato a dir poco scioccante. La scelta di dover far risuonare anche “l’altra campana“, ha raccontato la signora ospite di Domenica Cinque, nasce dall’esigenza di dover contrastare un racconto, quello fatto al Grande Fratello, che non corrisponderebbe alla realtà dei fatti. La pressione e la violenza psicologica della nonna del transessuale, raccontata ai ragazzi fra le mura della casa di Cinecittà, sarebbero stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso che è stato silenzioso per troppo tempo, e che oggi ha deciso di far sentire la propria voce. Il nuovo ritratto di Gabriele è così stridente con l’immagine che abbiamo di lui da far scoppiare in lacrime lo stesso ragazzo, che da dietro le quinte ha espresso l’esigenza di difendersi, incontrando così la madre e la sorella dopo tre anni di lontananza. Per le due era il primo incontro con Gabriele, che avevano salutato quando ancora era una donna.
Ma chi era Elettra vista dalla mamma Patrizia? “Una ragazza omosessuale, che aveva amicizie particolari, brutte” – racconta la donna, parlando addirittura di una figlia che, nel tormento di una vita particolare, si è trovata a vendere sostanze stupefacenti a causa di una sua compagna, che ne influenzava la vita. Non solo droga, ma anche violenza. Se Gabriele parlava di una nonna violenta, dalle lettere di questa stessa donna è il transessuale a venir fuori come una persona irruenta, che riesce a rompere il braccio all’anziana, lasciandola in un mare di vetri frantumati. In seguito sarà l’ex-concorrente del GF a urlare “mi stavo difendendo da una donna violenta e alcolizzata“, ma nel mentre il pubblico è attonito, e il ritratto familiare che viene fuori dal botta e risposta fra madre e figlio è alquanto raccapricciante.
La figura della nonna è centrale nel botta e risposta fra i due, un personaggio difeso senza remore dalla madre di Gabriele, ma che il ragazzo non esita a dipingere come un vero e proprio mostro. “Quelle di mia nonna erano morbosità fisiche, che ho scoperto essere altro soltanto due anni fa, grazie ad un analista. E tu dov’eri?” – ha urlato il trans a sua madre – “Dov’eri mentre lei mi toccava, mentre mi picchiava?“. Bugie per l’una, la triste verità per l’altro. E sulla droga Belli continua – “Mi ha anche mandato i carabinieri a casa. Sapete come è finita? Che uno di loro mi ha detto ’sposami e scappa da questa casa di pazzi‘”. Il pubblico scoppia in un applauso, Martina, sua sorella, è chiusa in un silenzio che rompe soltanto su insistenza del fratello – “Ti ho cercata, ma ti faceva schifo che fossi lesbica” – lo sfogo si fa sempre più intenso, Gabriele è un fiume in piena. Perfino la morte della nonna, il cui corpo carbonizzato fu ritrovato grazie all’intervento di “Chi L’ha Visto“, è stata tirata in ballo come fosse qualcosa da rivendicare, e la madre del ragazzo rimarca severa “su questo sta lavorando il mio avvocato“, parlando di circostanze ancora poco chiare.
Il racconto, segnato da evidenti contrasti che nascono dalle due versioni differenti, è comunque a tinte forti, e la vita familiare che riusciamo ad immaginarci sembra la trama di un film. “Ero solo affamato di vita, fino a diciotto anni non ho potuto mettere il naso fuori dalla porta, non potevo nemmeno andare a scuola” – su queste parole la signora Patrizia si limita a sorridere, in un’espressione quasi paralizzata – “Sorridi, intanto ti facevo schifo“, le urla Gabriele, che ricorda di un’infanzia in cui i cartoni animati erano negati, perchè a sei anni era già tempo di studiare Dante e Ludovico Ariosto. La conclusione è tale da lasciarci attoniti, e non possiamo che affidarla ancora alle parole del ragazzo: “Io sono disumano, perchè non so ridere, non so giocare, non so fare cose che per gli altri sono normali. Sono andato per la prima volta in piscina due anni fa. Ricordo bene quando mia madre voleva insegnarmi a nuotare: mi ha tenuto con la testa sott’acqua, per vedere quanto mi reggevano i polmoni“.
Avremmo voluto che una storia del genere fosse venuta fuori durante una delle puntate del Grande Fratello, che avrebbe potuto trarre da un tale racconto soltanto giovamento, portando nella casa l’interesse per un dramma che è tanto complesso quanto vivo. E invece a moderare il dibattito non c’è Alessia Marcuzzi, ma una (giustamente) perplessa Barbara D’Urso, in un confronto che non possiamo certamente considerare esaurito. Le ultime parole sono affidate a Platinette, che interpreta il pensiero di gran parte del pubblico quando rivolgendosi alla madre di Gabriele chiosa “Come si permette di venire in televisione a dare dello spacciatore e dell’assassino a suo figlio?” – E soprattutto – “Come mai lo fa soltanto adesso che suo figlio è famoso?“.
1. Bianca Sacher ha scritto:
13 dicembre 2009 alle 16:54