Puntuale come un orologio svizzero, l’ “apparizione” di Antonella Clerici in veste prime time, ha fatto volare la mente verso il Brasile perdendosi nelle variopinte atmosfere del Carnevale di Rio de Janeiro.
La sgargiante mise della più procace delle conduttrici, infatti, è diventata ormai un’irrinunciabile consuetudine del piccolo schermo italiano tanto da pensare, anzi da sperare, che possa essere un modo come un altro per fare la differenza piuttosto che essere espressione di discutibili gusti personali.
Ma fortunatamente, il “costume carioca” della Clerici ha rappresentato una delle poche note stonate di un programma che, in barba alla più pessimista delle previsioni, si è rivelato gradevole e ha lasciato a bocca aperta più di qualcuno.
Pur non rappresentando il prototipo ideale di un conduttore di una prima serata del sabato sera, ritenendola, al contrario, perfetta nei panni di cuoca televisiva, la presentatrice legnanese si è difesa più che bene nella nuova avventura della prima rete di Mamma Rai dando una sonora sberla a chi aveva già condannato a morte la musica in tv e a chi vedeva nella Corrida di Gerry Scotti un ostacolo invalicabile.
Ti Lascio una Canzone è riuscito a dar vita, ieri sera, ad un testa a testa con la concorrenza portando in scena una formula non particolarmente innovativa ma senza dubbio sorprendente. Venti giovanissimi talenti canori, dai 10 ai 15 anni, che interpretano le canzoni più belle della musica leggera italiana.
E il talento di questi ragazzini è la vera arma vincente del programma. Talenti veri che nonostante la tenera età occupano il palco per gran parte dello show e riescono a fare spettacolo senza la necessità (e probabilmente senza la capacità ) di scontrarsi l’uno con l’altro condendo la musica di sanguinosi siparietti, ben noti in altri programmi. Una standing ovation, tra le tante (inopportune) fatte durante la serata di ieri, sarebbe stato opportuno dedicarla proprio a chi si è occupato della selezione di queste piccole straodinarie voci.
Ma il programma ha anche un altro pregio, meno rilevante ai fini della buona riuscita della trasmissione e frutto delle scelte della Radio Televisione Italiana che finalmente ha capito che un’azienda pubblica (in difficoltà ), agli sprechi propri di tutto ciò che è “di Stato”, dovrebbe sostituire le logiche proprie di qualunque azienda privata. Logiche applicate dopo la 58^ edizione del Festival di Sanremo grazie alla plurima riutilizzazione della tanto prestigiosa quanto costosa scenografia di Gaetano Castelli che ha potuto essere apprezzata al di là delle 5 serate della kermesse canora più famosa del nostro paese.
Completano, poi, il quadretto una simpatica giuria (che ieri sera era composta da Claudio Cecchetto, Gigi D’Alessio, il prezzemolino Massimiliano Rosolino e Barbara De Rossi) oltre ad un prestigioso ospite internazionale proprio dei grandi show (ieri sera Paul Anka, lo scorso sabato Liza Minelli).
A questa ricetta televisiva, il pubblico ha risposto bene. Ti Lascio una Canzone ha totalizzato 4.824.000 spettatori con una share del 24,11% dando filo da torcere ai dilettanti allo sbaraglio de La Corrida con i quali c’è stato un sostanziale pareggio in termini di share (24,13%) pur avendo avuto Gerry Scotti & Co circa 300 mila ascoltatori in più (5.171.000). Vero è che nell’ultima parte del programma della Clerici si è assistito ad un vergognoso allungamento del brodo durato oltre 30 minuti che altro scopo non aveva se non quello di far lievitare i dati Auditel che, come sappiamo, crescono proporzionalmente alla durata dei programmi di prime time. Un “meglio di” già fastidioso di per sè che è risultato davvero incomprensibile e oltremodo fuoriluogo per aver avuto ad oggetto la puntata appena trasmessa.
Prolungamenti strategici a parte, risultati del genere testimoniano, comunque, ciò che più volte è stato detto in relazione al “ritorno sulla tv generalista” del pubblico italiano che in presenza di programmi gradevoli e con il giusto appeal non sente la necessità di migrare verso… televisioni differenti. E per altro verso, arriva un segnale chiaro nei confronti di uno show quarantennale come La Corrida che ha potuto godere di straordinari consensi grazie anche all’assenza di una valida alternativa da parte della concorrenza.
Per come la vede il sottoscritto, siamo ancora lontani dai veri show del sabato sera ma sino a quando ci saranno da una parte straordinari piccoli talenti e dall’altra divertimento allo stato puro, privo delle logiche contorte dell’attuale televisione, ci si potrà sicuramente lamentare di meno.
1. sanjai ha scritto:
13 aprile 2008 alle 19:16