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dicembre

Buon compleanno Telethon: 10 curiosità sulla maratona benefica Rai che festeggia 30 anni

Antonella Clerici e Fabrizio Frizzi

Antonella Clerici e Fabrizio Frizzi

Questa sera sulle reti Rai tornerà l’appuntamento con Telethon, la maratona benefica di raccolta fondi in favore delle ricerca sulle malattie genetiche e malattie rare. La nuova edizione, che vedrà al timone del galà d’apertura ancora una volta Antonella Clerici, sarà la numero 30. Era, infatti, il 7 dicembre del 1990 quando, ispirandosi alla maratona televisiva nata nel 1965 negli Stati Uniti da un’idea dell’attore Jerry Lewis, sugli schermi di Rai1 prese il via il primo Telethon italiano. Per festeggiare questo importante traguardo abbiamo raccolto per voi 10 curiosità legate all’ormai storica maratona.

1 - Il Telethon è arrivato in Italia grazie a Susanna Agnelli, divenuta in seguito Presidente della fondazione Telethon.
“Quando ero al ministero degli Esteri si sono presentati dei signori della Uildm, l’unione italiana lotta alla distrofia muscolare e mi hanno chiesto di entrare nel comitato. Per caso seguii il Telethon su Antenne 2, e mi colpì moltissimo l’idea che donne, giovani, vecchiette, nuotassero per 36 ore, corressero in bicicletta, si arrampicassero, solo per un gesto di solidarietà. In Francia coinvolge tutti. Così sono andata alla Rai e ho proposto di farlo anche qui: ero sottosegretario, mi dissero subito di sì. La distrofia è una malattia terribile, che conosco da vicino: avevo in casa la figlia del mio autista e della mia cameriera che era malata. In molti si chiedono perché Telethon sia dedicato solo alle malattie genetiche. Penso che si debba fare una scelta, non mi sembra utile disperdere i fondi”. (Da La Repubblica dell’8 dicembre 1994)

2 – Nel corso delle sue 29 edizioni il Telethon ha raccolto oltre 713 milioni di Euro. Il record di raccolta appartiene all’edizione del 2010, anno in cui arrivarono donazioni per oltre 32 milioni di Euro. Il record negativo è invece legato alla prima edizione del 1990. La manifestazione, ancora sconosciuta al pubblico televisivo, portò a casa  circa 20 miliardi di Lire (10 milioni di Euro).

3 - Alla guida delle 29 edizioni del Telethon si sono alternati tutti i più importanti voti della Rai. La prima maratona venne tenuta a battesimo, neanche a dirlo, da Pippo Baudo, il volto storico della trasmissione è stato però quello di Fabrizio Frizzi, presente in ben 16 edizioni, alle quali va aggiunta la partecipazione straordinaria del 2017. In quell’occasione Frizzi, già provato dalla malattia, con grande forza e determinazione tornò al Telethon per salutare il pubblico, e si esibì nella celebre scena della macchina per scrivere, tratta dal film Dove vai sono guai! del 1963, nella quale Jerry Lewis mimava di scrivere a macchina a suon di musica, sulle note del brano The Typewriter di Leroy Anderson. Altri volti storici della maratona sono Paolo Belli (14 edizioni), Arianna Ciampoli (13 edizioni), Milly Carlucci (12 edizioni) e Carlo Conti (11 edizioni).

4 - Nella prima edizione riscosse un grosso successo un’asta benefica dal tema sportivo rivolta al pubblico a casa. Tra gli oggetti che vennero battuti all’asta ci furono la barca con la quale i fratelli Abbagnale vinsero il primo titolo mondiale, i guantoni di Nino Benvenuti, la bicicletta con cui Francesco Moser batté il record dell’ ora e le magliette indossate dagli Azzurri ai Mondiali del 1982. L’asta riuscì a portare nelle casse del Telethon ben 180 milioni di Lire.

5 - Nei primi anni si pensò a lungo di realizzare l’EuroTelethon, ovvero una maratona benefica in onda a reti unificate in tutta Europa. Già nel 1990 la prima edizione del Telethon italiano venne trasmessa il  7 e 8 dicembre, in contemporanea con l’edizione francese. Nel corso della maratona Pippo Baudo si collegò con Claudia Cardinale, conduttrice della versione d’oltralpe. Il primo Telethon europeo, annunciato per il mese di dicembre 1993, non prese però mai vita a causa delle numerose difficoltà di tipo logistico ed organizzativo.

6 - Il 19 marzo 1991 venne realizzato uno speciale in prima serata nel quale Gianni Minà e Susanna Agnelli, mostrarono i momenti più significativi della prima maratona, ma sopratutto illustrarono tutti i progetti realizzati o in fase di realizzazione grazie ai soldi raccolti durante la lunga diretta. Altri speciali nei quali vennero mostrati i risultati ottenuti dal Telethon, furono realizzati nel 1992 e 1993 al pomeriggio e in seconda serata con la conduzione di Piero Badaloni.

7 - Il Telethon ha da subito incontrato il consenso del pubblico televisivo, anche grazie alla presenza di numerosi ospiti e testimonial. Ma è proprio intorno ai tanti vip che nel 1992 si scatenò un vero e proprio scandalo. La terza stagione del Telethon riuscì, infatti, a raccogliere ben 19 miliardi di Lire, ma venne a costare alla Rai ben 300 milioni in sole spese legate alla partecipazione di alcuni artisti. A divulgare le cifre, un fax anonimo inviato alle redazioni dei principali giornali, con l’elenco delle cifre percepite da diversi ospiti per prendere parte alla lunga non stop televisiva.
“Nell’ elenco sono presenti diciassette nomi con rispettivo compenso. Nomi e cifre confermate dal responsabile Rai di Telethon, Luciano Scaffa, capostruttura di RaiUno: comprese le ragguardevoli somme di 70 milioni per Paolo Villaggio e di 40 milioni per Gianni Minà. Il corvo però aveva rubato un preventivo di spesa, ha chiarito Scaffa: non si trattava solo di cachet, quanto di costi complessivi. Così i 25 milioni annotati accanto ai cani della Guardia di Finanza non erano un compenso, ma evidentemente le spese di produzione per un filmato sugli animali delle Fiamme Gialle. E andava chiarito, ad esempio, che i 18 milioni di Gianni Davoli erano per un’ orchestra di 12 persone, così come i 12 milioni per tale Roberta Menichini in realtà erano le spese di viaggio per far arrivare dal Guatemala il premio Nobel Rigoberta Menchù. E, infine, i 15 milioni per Topo Gigio si riferivano alle spese per 4 animatori, più la voce del pupazzo. Ma soprattutto, aveva replicato Scaffa, si trattava di un meccanismo noto e già utilizzato nelle due edizioni precedenti: la Rai paga gli artisti (con le tariffe dell’ ultimo cachet, mai con aumenti) i quali possono, se vogliono, devolvere i loro soldi alla manifestazione. Così si è sempre fatto, diceva Scaffa, così hanno sempre fatto anche in America, dove Telethon è stato inventato. Ma la precisazione non ha sopito la polemica. A cominciare da Villaggio, che ha prima dato forfait, furibondo, (“uno stupido e vigliacco linciaggio, farò una cospicua offerta per la ricerca contro questa terribile malattia”) e poi ha accettato di andare in onda. Per finire a Gianni Minà, che dopo aver sottolineato che quel compenso era un calcolo della Rai su un contratto complessivo ancora non firmato (“non ho preso una lira in più”).” (Da La Repubblica dell’8 dicembre 1992)
8 - Nel 1994, complice il successo ottenuto dal Telethon, le reti Fininvest decidono di realizzare la maratona 30 Ore per la vita, il cui obbiettivo è quello di raccogliere fondi in favore dell’AISM, l’Associazione Italiana per la ricerca sulla Sclerosi Multipla presieduta dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini. Il progetto Fininvest non piace a Susanna Agnelli, presidente del comitato Telethon, che sulle pagine de La Repubblica del 12 giugno 1994 dichiara:
“L’iniziativa è, a dir poco, molto scorretta. Se è vero che fanno questo programma è sicuramente un modo per confondere le idee alla gente. Di solito la presentazione di Telethon si fa poco tempo prima della messa in onda del programma, quest’ anno abbiamo voluto anticiparla non solo per distinguerci da questa ventilata ipotesi di trasmissione analoga su Canale 5, ma anche perchè il programma sarà trasmesso a reti unificate. Certo, se loro fanno una cosa identica, copiata dalla nostra, due mesi prima, sarà molto difficile che la gente capisca di cosa si tratta e di cosa si stia parlando in tutte e due i casi. Spero che non sia vero. Per principio cerco di evitare le polemiche ma se fanno qualcosa di simile lo trovo molto scorretto.”
Rita Levi Montalcini non gradisce le critiche e risponde a distanza alla Agnelli:
“Quali polemiche? Non esiste concorrenza per iniziative di beneficenza. Non ha senso. Io per il momento so solo che c’è un progetto per la sclerosi multipla. Noi dobbiamo aiutare quelli che sono malati e basta”.
L’ufficio stampa Fininvest conferma il progetto di una maratona benefica:
“Sì, c’è l’intenzione di fare un programma staffetta, una gara di beneficenza simile a Telethon. Dovrebbe condurlo Lorella Cuccarini. Sarà prodotta dalla società di Silvio Testi, marito di Lorella. La data è ancora incerta, tutto dipende da Lorella, se potrà tornare in pista già a settembre, subito dopo il parto previsto per la fine d’agosto. Se sarà un programma fotocopia si dovrebbe preoccupare solo la Rai, non certo la signora Agnelli”.

9 - Dal 1994 al 2000 la direzione artistica e l’organizzazione del Telethon vennero affidate a Michele Guardì, in quegli anni artefice di programmi di successo come Scommettiamo Che…?, I Fatti Vostri e In Famiglia. L’autore e regista decise di ospitare il Telethon all’interno delle sue fortunate trasmissioni, facendo guadagnare alla maratona grandi ascolti e visibilità, e un conseguente incremento delle donazioni. Le edizioni a firma del regista vennero realizzate all’interno di un’enorme tensostruttura ribattezzata “Giardino d’inverno”, costruita appositamente nel cortile del centro di produzione di Via Teulada in Roma.

10 - Colpo di scena per l’edizione 2004 del Telethon. Venerdì 17 dicembre, a poche ore dalla partenza della maratona, un gruppo di giovani ricercatori universitari fece irruzione nell’Auditorium del Foro Italico in Roma, da dove Milly Carlucci stava presentando la maratona. I giovani, entrati in studio correndo, aprirono uno striscione che invitava a fare “più investimenti pubblici in ricerca e meno elemosine”. Una ricercatrice, invitata dalla Carlucci, parlando con il radiomicrofono della conduttrice, si lamentò degli scarsi finanziamenti per la ricerca da parte dello Stato, e dichiarò che non basta la maratona del Telethon, ma servono anche e soprattutto i finanziamenti pubblici. L’irruzione in diretta non piacque alla Rai, che prontamente annunciò una denuncia “per violazione di proprietà privata e interruzione di pubblico servizio”, dispose l’immediata sospensione del dirigente responsabile della sicurezza della trasmissione, e definì il gesto dei ricercatori “un modo assolutamente incivile di porre attenzione alle proprie istanze”. Irritazione anche da parte dell’allora direttore della Comunicazione e raccolta fondi di Telethon, Niccolò Contucci, per il quale un’azione come quella accaduta in diretta Rai avrebbe creato nel pubblico davanti alla tv un “effetto di destabilizzazione e sfiducia”. (Dichiarazioni raccolte da Il Tempo, 18 dicembre 2004)
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1 Commento dei lettori »

1. aleimpe ha scritto:

14 dicembre 2019 alle 12:55

Dal 1990 al 1993 il regista e direttore artistico della maratona fu il grande Antonello Falqui recentemete scomparso…..



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