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dicembre

La vera storia di Nilde Iotti

Nilde Iotti e Anna Foglietta

Nilde Iotti e Anna Foglietta

L’austera figura di Nilde Iotti rivive in tv nel docufilm Storia di Nilde, in onda questa sera alle 21.35 su Rai1. Ad Anna Foglietta il compito non facile di restituire al pubblico l’autorevolezza politica, il carisma, la forte capacità di dialogo e di inclusione politica, ma anche il coraggio di fare scelte anticonvenzionali in un contesto politico e sociale non certo favorevole, che hanno fatto della Iotti una delle donne più importanti della storia politica italiana.

La vera storia di Nilde Iotti

Figlia di un ferroviere e sindacalista socialista, Leonilde Iotti detta Nilde era nata a Reggio Emilia il 10 aprile 1920. Rimasta orfana di padre a 14 anni, visse un’adolescenza caratterizzata da forti difficoltà economiche, che temprarono il suo carattere, rendendola da subito autonoma ed indipendente. Grazie a delle borse di studio riuscì a completare gli studi e a iscriversi all’Università Cattolica di Milano, dove tra i suoi professori ebbe Amintore Fanfani. Laureatasi in lettere nel 1942, per poter svolgere l’attività di insegnante si iscrisse, come prevedevano le leggi di allora, al Partito Nazionale Fascista. Lavorò come insegnante in alcune scuole tecniche dell’Emilia Romagna sino al 1946. In quel periodo mostrò un interesse crescente verso la politica. Partecipò alla Resistenza svolgendo la funzione di staffetta porta-ordini ed in seguito aderì ai Gruppi di difesa della donna, formazione antifascista del Partito Comunista Italiano, diventandone in breve tempo un personaggio di primo piano.

In quegli anni iniziò una relazione sentimentale con il Segretario Nazionale del PCI Palmiro Togliatti, di 27 anni più anziano, che terminerà soltanto con la morte del leader comunista nel 1964. Togliatti lasciò per lei moglie e figlio. I due chiesero e ottennero l’affiliazione di una bambina orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di uno degli operai uccisi da agenti della Celere nel gennaio del 1950 nel corso di una manifestazione operaia a Modena. Nell’immediato dopoguerra venne eletta Presidente dell’Unione Donne Italiane di Reggio Emilia, e successivamente entrò nel consiglio comunale della città di Reggio Emilia nelle fila del Partito Comunista Italiano, aderendo poco dopo ad esso. Nel giugno del 1946 venne candidata ed eletta membro dell’Assemblea Costituente. Nell’Assemblea Costituente fece parte della Commissione dei 75 della Camera dei deputati, dove fu incaricata della stesura della Costituzione. Rieletta nel 1948 alla Camera, sedette tra i banchi di Montecitorio per oltre cinquant’anni sino al 1999. Nel 1956 entrò a far parte del comitato centrale del PCI e nel 1962 ne assunse la direzione nazionale. Nel 1963 fu membro alla Camera dei deputati della Commissione Affari Costituzionali, incentrando i suoi sforzi sull’emancipazione femminile nel mondo del lavoro. Successivamente si impegnò a lungo su riforme delle norme civili, quali l’introduzione del divorzio.

Nel 1979, all’apertura della VIII legislatura, in un clima di distensione tra il Partito Comunista Italiano e la Democrazia Cristiana, le forze politiche maturarono la proposta di eleggerla Presidente della Camera. La Iotti venne eletta al primo scrutinio con 433 voti favorevoli su 615 votanti, divenendo così la prima donna a ricoprire tale incarico. Nel suo discorso di insediamento pose al centro la figura della donna nella società e l’imparzialità politica. Rimase Presidente della Camera per tre legislature, sino al 1992. Un mandato lungo ben 13 anni, mai eguagliato da nessun altro Presidente della Camera.

1987 ottenne, da parte del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, un incarico di governo con mandato esplorativo che però si concluse senza esiti. Nel 1992 fu la candidata di sinistra alla Presidenza della Repubblica. Tra i tanti prestigiosi incarichi ricoperti negli ultimi anni vi furono la Presidenza della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali (1993 – 1994), e la Presidenza della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (1996 – 1999). A causa di importanti problemi di salute, il 18 novembre 1999 rinunciò a tutti i suoi incarichi. Le sue dimissioni vennero accolte dalla Camera dei deputati con un lungo e commosso applauso. Pochi giorni dopo, il 4 dicembre, la Iotti morì per arresto cardiaco nella clinica Villa Luana di Poli, vicino Roma. I funerali di Stato furono celebrati, come per sue disposizioni, con rito civile. Le sue spoglie riposano presso il Cimitero del Verano di Roma.

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