Il Collegio ha riaperto le sue stanze a nuovi allievi e, soprattutto, a un nuovo anno: non più il 1968 ma il 1982. Altre mode, altre abitudini, solite ‘beghe’: i collegiali, ragazzini di oggi, faticano e non poco a calarsi negli anni in cui a scuola ci andavano i loro genitori. Strafottenti alcuni, ‘ignoranti’ altri, disciplinati pochi; la prima puntata scivola via tra prove, provvedimenti e un ritiro.
Test d’ingresso (di)sperato
I 20 allievi chiamati a Il Collegio 4 hanno subito dovuto far fronte alla prima prova: il test d’ingresso. Il preside e i docenti hanno così testato la cultura generale dei ragazzi, che strappa più risate che applausi. Ridere per non piangere, perché le ‘perle’ sono tante e rare; ne citiamo alcune:
- “Il Mar Atlantico bagna l’Italia“
- “Giotto ha dipinto la Gioconda“
- “Il capoluogo dell’Emilia Romagna è Torino“
- “Sbarcare il lunario vuol dire atterrare sul suolo lunare“
- “La mafia è quando uno prende in giro un altro di colore“
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I collegiali e gli uditori
Alla luce dei risultati del test, il preside non può che lasciarsi andare ad un’amara constatazione:
“Avremo un problema nel selezionare i ragazzi da tenere”.
Difficile identificare i migliori, facile – invece – stabilire i peggiori, dunque i non ammessi al collegio: Alex Djordjevic, Benedettagea Matera, George Ciupilan, Sara Piccione e Samuele Fazzi. Tutti gli altri vanno a salutare i propri genitori e ad indossare la divisa ufficiale de Il Collegio, mentre per loro c’è la tenuta da uditori. Dovranno dunque studiare per meritarsi il posto.
La ‘dura’ vita degli anni ‘80
Inizia così la vita nel collegio del 1982. I ragazzi affrontano il primo pasto, tra chi si rifiuta di mangiare e chi tenta di non vomitare; il menù prevede risotto di fragole e cervella bollite. E se il risveglio mattutino al suono – anzi, al frastuono – delle campane è fastidioso ma accettabile, insieme ad altre rigide regole (su tutte, il rifare i letti), il ‘dramma‘ si consuma nel taglio dei capelli. Per i 20 allievi è tempo di acconciature anni ‘80; c’è chi scappa, chi piange, chi si dispera al ‘volare’ delle proprie ciocche e chi, invece, ne giova nell’aspetto.
E Munch muto 🤫 #IlCollegio #Rai2 pic.twitter.com/aRC6Kzdfdf — Rai2 (@RaiDue) October 22, 2019
“Preferisco la sedia elettrica” 🙅♂️ #IlCollegio #Rai2 pic.twitter.com/HT2SK4O6yU — Rai2 (@RaiDue) October 22, 2019
Benedettagea si ritira
La vita nel collegio non è per tutti e qualcuno ha deciso di alzare subito bandiera bianca. Benedettagea Matera, in lacrime, comunica al preside la volontà di tornarsene a casa:
“Mi manca la mia famiglia, soprattutto vorrei tornare a casa (…) Sto male, le posso giurare”.
La ragazza fa la sua valigia, saluta tutti e se ne va; ad attenderla c’è la mamma.
La prima bravata salva gli uditori e mette a rischio i collegiali
Arriva anche la prima bravata. La notte, evidentemente, nel collegio non porta buoni consigli, se è vero che gli allievi decidono di portare in cortile cattedra, scheletro, sedia, panchina ed altro materiale scolastico. Tutti -chi più, chi meno- partecipano a quello che il preside definisce come un agguato all’istruzione, eccetto i quattro uditori e Maggy Gioia, che si distingue nel gruppo per disciplina ed educazione (qualità che le valgono il premio come migliore della prima settimana).
Il provvedimento del preside è inevitabile e tra i più severi: gli uditori vengono sollevati da ogni responsabilità (per loro niente più esame) e diventano a tutti gli effetti dei collegiali, mentre tutti gli altri (eccetto Maggy Gioia) sono chiamati a togliersi la divisa e prepararsi per un altro esame da “dentro o fuori”. Chi non lo supera abbandonerà definitivamente Il Collegio.