Il problema di Extravergine, la nuova sitcom di Fox Life con protagonista Lodovica Comello, è che si fatica a capirne il target. Non è una serie per i post trentenni alla Sex & The City, perchè è troppo ingenua e bonaria in immagini e dialoghi; non è una serie per adolescenti, mancando del tutto quel senso di inquietudine e mistero che potrebbe affascinarli. Forse, considerati i colori accesi ed allegri di scenografia e costumi, potrebbe ad un primo sguardo sembrare una serie per bambini, ma a pensarlo si cadrebbe ovviamente in errore, dal momento che il tema principale è il sesso.
Extravergine: attori bravi per una serie poco incisiva
Sesso che non si vede, di cui nei dettagli non si parla, ma che aleggia e che vorrebbe essere il protagonista della storia proprio grazie alla propria assenza: Dafne, la protagonista, è una trentenne ancora vergine che si ritrova per caso a gestire una rubrica sul sesso, e deve sfornare un articolo a settimana su un argomento del quale non solo non sa nulla, ma che in realtà non le interessa affatto. Almeno all’inizio.
Intorno a lei un mucchio di personaggi fumettistici, sopra le righe, che risultano volutamente inverosimili e che contribuiscono a rendere la visione confusa, ondeggiante, tanto che allo spettatore, aldilà delle gag non sempre riuscitissime, viene da domandarsi spesso dove si vuole andare a parare. La risposta tanto attesa non arriva con chiarezza: Extravergine è un insieme di racconti interrotti, di momenti che uniti non fanno una storia vera e propria.
Raccontare il sesso con leggerezza si può, ma servono una sceneggiatura impeccabile e, se si vuole strappare un sorriso, tempi comici particolari. Ad Extravergine questo manca e non bastano gli attori, bravi a giocare con i propri ruoli – diventando spesso vere e proprie caricature – per dare un senso al tutto.