Nel mirino di addetti ai lavori, di chi sta ’sopra’ di lei e di chi ambisce al suo incarico, la direttrice di Rai 1 Teresa De Santis ammette di giocare una sorta di battaglia per la sopravvivenza. Una ‘guerra’ in cui si sente sola ma nella quale non è disposta ad immolarsi per salvare facce e poltrone altrui:
“Mi difenderò fino all’ultimo, non sarò un agnello sacrificale (…) Piacerebbe a qualcuno che io mi vedessi come agnello sacrificale. Sentirsi vittime è il primo passo per condiscendere alla sconfitta. Certo la nostra è un’azienda difficile. E a proposito del fuoco amico, potrei citare la famosa frase (comica) di Luttazzi: ‘In Rai non sai mai quando ti arriverà una coltellata ma la cosa certa è che arriverà dal tuo migliore amico‘”
ha dichiarato alla Stampa. Anche per questo, dopo meno di un mese dall’inizio ufficiale della stagione tv 2019/2020, guarda ai dati e ai numeri con un certo orgoglio, in confronto alla diretta concorrente Canale 5:
“Rai 1 stacca la concorrenza di parecchi punti e anche nel daytime sta rimontando un gap antico con Canale 5 (…) Il maggiore competitor ha investito milioni su una programmazione che lo illumina sette giorni su sette, hanno nuove produzioni, nuove fiction. Pure nel pre-serale hanno investito tre milioni e mezzo di euro. Certo, io ho le repliche di Montalbano, un meraviglioso Ulisse che ha inorgoglito anche l’ad Salini e di questo questo sono felice, ho una fiction nuova, Imma Tataranni, con una protagonista bravissima ma ancora poco conosciuta (Vanessa Scalera, ndDM)”.
Il problema maggiore, spiega, per il momento è la Champions League, non più in chiaro su Rai 1 ma su Canale 5:
“Questo mi creerà seri problemi, perché i film hanno risultati inferiori e inoltre, me la ritroverò contro ad attaccare le fiction migliori, mentre lo scorso anno era Rai 1 ad averla e a godere del suo 19 per cento”.
Martedì 17 settembre, infatti, l’esordio de La Strada di Casa 2 con Alessio Boni si è fermato al 16.9% di share, contro il 18.63% registrato dalla concorrenza con il match Napoli-Liverpool. Champions a parte, comunque, l’obiettivo della De Santis è fare di Rai 1 “una rete pluralista in grado di rappresentare la società italiana”. E guai a considerare la politica un fattore chiave per la sua carriera e quella delle pedine (i conduttori) che muove o che ha già mosso:
“Per me parla la mia storia, le etichette sono di comodo (…) E sfido chiunque ad accusarmi di aver tolto qualcuno per motivi politici, un solo nome di una testa caduta per quel motivo. Ma non c’è”.
1. Ros ha scritto:
23 settembre 2019 alle 12:12