Miss Italia è tornata in Rai dopo 7 anni, ed è come se non fosse mai andata via. Ma non in senso buono. Tralasciando qualsivoglia aspetto romantico di questa rentrée sulla tv pubblica, dopo anni di “esilio” forzato su La7, quel che colpisce maggiormente è il fatto che lo spettacolo sia rimasto fermo al 2012, con lo stesso schema, lo stesso ritmo, con quell’esatta struttura vetusta che lo aveva condotto all’oblio. Oblio dal quale, tristemente, a quanto pare si è imparato poco.
Alessandro Greco ha svolto il proprio compito, molto emozionato in prima battuta – aveva il fiatone – e pomposo durante l’omaggio alla moglie Beatrice Bocci. Impegnato a seguire la liturgia, non è riuscito a trattenere facce ed interventi un po’ cabarettistici, che forse avrebbero funzionato con un pubblico in studio più partecipe e non del tutto assente, come invece è stato. La presenza off screen di Tosca d’Aquino, voce di Miss Italia, pronta ad interagire di quando in quando con il conduttore, è poi servita a poco, non aggiungendo nulla di rilevante allo spettacolo.
L’unico guizzo della serata si è registrato quasi nel finale, grazie ad uno scontro nella giuria del ripescaggio tra Lorena Bianchetti e Caterina Balivo: alla prima, secondo la quale non era solo la bellezza a contare nella scelta della vincitrice, ma anche il portamento e l’eleganza, l’altra ha tolto la parola, chiedendo in modo spiccio di non essere ipocriti ed ammettere che, invece, l’unico criterio per l’elezione di Miss Italia resta proprio la bellezza.
Tante le ospiti, forse anche troppe, chiamate continuamente sul palco per interventi brevi, che hanno dato un effetto singhiozzo alla serata. A farne le spese sono state soprattutto le miss, ovvero le ipotetiche protagoniste, che i telespettatori non hanno potuto imparare a (ri)conoscere a causa di una regia poco tempestiva, che ha mostrato pochissimi primi piani nel corso delle varie eliminazioni, creando solo una gran confusione. Basti pensare che al momento della proclamazione, della reazione della vincitrice Carolina Stramare – almeno da casa – non vi è stata traccia.
Ora, la decisione della Rai di ridare un’occasione al concorso è stata apprezzabile e, alla luce dei risultati (19.6% di share), anche giusta, perché si parla di un programma che ha scritto la storia della tv e che ha fatto parte della cultura nazionale. E questo la Rai orgogliosamente lo sa e ne va fiera, tanto che nella puntata di Techetechetè che ha preceduto la finale, la storia di Miss Italia è stata raccontata fino alla proclamazione nel 2012 di Giusy Buscemi, ultima miss incoronata su Rai 1. Quasi come se questi anni lontani (a La7) non fossero mai esistiti, come se ci si stesse riappropriando di un amore andato perduto.
Ma allora, per dare un senso a quest’occasione, per creare un nuovo inizio, era necessario offrire qualcosa di diverso, cambiare rispetto al passato, modernizzare il format, piuttosto che cadere negli cliché del passato, scegliere Peppino Di Capri come principale ospite musicale e insistere con le domande “politicamente corrette” alle miss. Rischiando che il prossimo anno Patrizia Mirigliani si ritrovi punto e a capo nel tentativo di trovare dimora al suo concorso.
1. Alex ha scritto:
7 settembre 2019 alle 12:27