Non tutti i matrimoni hanno il lieto fine. Lo sanno bene Stefano Soban e Sara Wilma Milani, protagonisti della seconda edizione di Matrimonio a Prima Vista Italia, reality show andato in onda su Sky Uno (in un autunno le nuove puntate su un’altra rete). I due, terminata l’esperienza nel programma, hanno scelto di sciogliere l’unione celebrata ma, a causa di alcuni cavilli legali, il giudice incaricato del caso sta rendendo problematico il loro desiderio di non essere più marito e moglie.
I fatti risalgono al 2017: come prevedeva lo spirito della trasmissione, Stefano e Wilma hanno deciso di convolare a nozze da perfetti sconosciuti, accettando di farsi riprendere dalle telecamere per circa tre mesi. Fin dal primo istante, la coppia non è riuscita però a trovare la giusta affinità e così entro sei mesi, periodo stabilito dal contratto sancito con la produzione, hanno scelto di divorziare.
Da allora, forse un po’ a sorpresa, è cominciata l’odissea degli sposini: dopo essersi recata ad Abbiategrasso, il suo comune di residenza, Wilma ha scoperto ad esempio che il luogo e la data del suo matrimonio con Stefano erano stati registrati in maniera errata. L’unione, stando ai documenti, era stata infatti celebrata il 30 novembre in provincia di Potenza, e non il 21 novembre a Chiaravalle, motivo per il quale non era possibile avviare le pratiche per la separazione (le cui spese sarebbero state coperte interamente dalla produzione).
In cerca di una soluzione, i coniugi Soban hanno quindi optato per l’annullamento delle nozze, recandosi al tribunale di Pavia, ma, proprio per colpa del contratto sottoscritto con il programma, hanno visto naufragare questa loro richiesta: nonostante una clausola specifica, che obbligava i “concorrenti” a pagare una penale di 100mila euro se avessero abbandonato il programma, il giudice ha ritenuto che nessuno abbia costretto Stefano e Wilma sposarsi, respingendo di fatto l’ipotesi che lo scambio dei voti nuziali non fosse avvenuto nella “totale libertà”. Del resto, specifica lo stesso giudice, nessuno ha certamente obbligato Soban e la Milani a firmare l’accordo.
Stefano e Wilma, incassato l’ennesimo stop, stanno quindi valutando l’idea di procedere con un ricorso in appello per mettere la parola fine a quello che, visti i presupposti, non sarà affatto un divorzio a prima vista.