Il ritorno di Fiorello in Rai è ormai cosa fatta. In una lunga intervista concessa a Repubblica – testata con cui aveva duramente polemizzato nei giorni scorsi -, lo showman siciliano ha parlato del suo imminente ritorno a Viale Mazzini. Le trattative stanno procedendo spedite e Fiorello ha lasciato intendere che il suo contributo non si limiterà soltanto a RaiPlay:
“Stiamo discutendo il progetto RaiPlay e pensiamo a una serie di contenuti che passino anche sulla tv generalista”.
Fiorello ha anche criticato chi ha stigmatizzato il suo approdo nella “tranquilla” RaiPlay (tema sul quale ci siamo espressi non positivamente anche noi):
“Molti dicono: ‘Tanto Fiorello non farà tv per stare solo su RaiPlay…’. Quindi c’è il partito: ‘Ditegli di tornare su Rai 1′. E poi c’è chi sa tutto: ‘Non va a fare la prima serata perché ha l’ansia degli ascolti, non si vuole più misurare. (…) Se facessi il varietà gli stessi direbbero: ‘Vabbè Fiore, ma fai sempre le stesse cose!’ (…) Se vede i programmi in onda, tanti superano i vent’anni. Cercherò, anche con il rischio di sbagliare, a tentoni, di smuovere le acque. Rischiando. Grazie a Dio c’è ancora attenzione su di me. Ho voglia di cercare nuovi stimoli: il varietà con lo smoking, il papillon e la scrittona ‘Fiorello’ alle spalle l’ho già fatto”.
Rosario dà una piccola anticipazione anche sul possibile titolo del programma:
“Ho intenzione di intitolare il programma Viva la Rai, proprio come la vecchia canzone di Renato Zero, come Viva Radio 2 o Viva Radio Deejay. Mi sembra che sia un titolo che dia gioia, e poi aggiungerei anche Play, con un punto esclamativo. Piccolino“.
Bypassata la domanda sulla sua retribuzione (“Non si è ancora parlato di compensi“), Fiorello ha comunque fatto sapere di essere orgoglioso dei suoi cospicui guadagni:
“Non mi vergogno di guadagnare tanto. Sono partito da zero, da solo. Da ragazzo ho lavorato come un cane senza chiedere un soldo alla mia famiglia, che tra l’altro non avrebbe potuto aiutarmi. Il sogno di tutti è di riuscire a diventare qualcuno e guadagnare soldi. Non rubo niente a nessuno. (…) La gente dice: ‘Vaff… non arrivo a fine mese’, io manco lo cominciavo il mese”.
Oltre a raccontare che, invece di criticare chi guadagnava tanto, nella sua vita si è impegnato senza mai arrendersi per raggiungere i suoi risultati professionali (“Il popolo ti odia perché ce l’hai fatta. La verità è che nella vita bisogna impegnarsi“), l’uomo ha individuato nell’essere sempre stato se stesso la chiave del suo successo. Fiorello, tra l’altro, ha detto cosa pensa dell’influenza politica subita, costantemente, da “mamma Rai”:
“Credo che il male della Rai sia la politica, ho parlato con diversi dirigenti che mi dicevano di non poterne più: ‘Non possiamo iniziare un progetto che poi si ferma’. Come può funzionare se cambiano di continuo i vertici? Così un’azienda non può crescere e ti credo che restano gli stessi programmi. Se inizi a lavorare e non hai più gli stessi interlocutori che fai? Stavo per tornare a fare varietà, parlavo col direttore generale Mario Orfeo e con quello di Rai 1 Angelo Teodoli. Poi è cambiato tutto. (…) Il cavallo della Rai non sa più dove andare, se a sinistra, a destra. Vorrebbe solo essere accudito dal pubblico che paga il canone”.
Non è mancato, infine, un accenno a Fabio Fazio, “declassato” su Rai 2:
“È quasi una comica. Mi ha fatto sorridere quando Fabio ha detto: ‘Mi manca solo Rai YoYo’. L’ho sentito quando era uscita la notizia che avrei dovuto prendere il suo posto il lunedì sera su Rai 1. Mi fanno così stupido?“.