30
aprile

Quando si dice il tempismo! Barbara Palombelli sforna un’autobiografia in cui parla dell’adozione di Serena (che ieri al GF ha rifiutato di incontrare la madre): «Il padre biologico era violento e pericoloso. Le sue ultime parole: ‘Un giorno tornerò e vi ucciderò tutte’»

Barbara Palombelli

Barbara Palombelli

La storia personale di Serena Rutelli, concorrente del Grande Fratello 2019, continua ad essere al centro della scena: abbandonata dai genitori – insieme alla sorella Monica – quando aveva soltanto 7 anni, la ragazza è stata in seguito adottata dal già sindaco di Roma Francesco Rutelli e dalla giornalista Barbara Palombelli, conduttrice di Forum. Quest’ultima, di recente, ha deciso di rompere il silenzio sulla questione ed ha scritto un libro che si intitola “Mai Fermarsi” ed esce -quando si dice il tempismo!- in perfetta concomitanza con l’ingresso della figlia nella casa del GF. Lo stesso contiene numerosi aneddoti sulle adozioni di Monica e, ovviamente, di Serena.


La Palombelli ricorda quando nel 2000, insieme al marito, ha incontrato per la prima volta Serena e Monica in una casa famiglia gestita dalle suore:

Non voglio pensare alla burocrazia, voglio portarle al luna park, è un loro desiderio. Già salire sulla mia macchina – a loro – sembra una festa. Le loro risposte sono commoventi e agghiaccianti allo stesso tempo: hanno dieci e sette anni, ma non hanno mai festeggiato un compleanno, mai un Natale in famiglia, mai visto il mare, mai un film, mai un ascensore, mai uscite con il buio, mai frequentato un fast food, mai fatto uno sport. (…) Al luna park Monica era scoppiata in un pianto disperato solo perchè la sorella si era separata da lei per salire sul trenino del lago.

Presa fin da subito dal desiderio di adottare le bambine per crescerle insieme a Giorgio, suo figlio biologico, e Cisco, arrivato dall’Ecuador e adottato dalla coppia, Barbara sottolinea che, in un primo periodo, ha dovuto nascondere il suo legame con Serena e Monica a causa della vita criminale del loro padre naturale:

“La storia va tenuta segreta, segretissima. Il padre biologico, un uomo violento e pericoloso, allora girava ancora per la città. Potremmo incontrarlo, lui o uno dei suoi amici malavitosi, le ragazze ne hanno il terrore. Non devono uscire foto sui giornali, nessuno deve sapere”.

La conduttrice di Forum spiega inoltre quanto sia stato difficile, per via della burocrazia, adottare le due sorelle:

“Io non sono ancora nessuno per le bambine. Francesco sfida alle elezioni politiche Silvio Berlusconi e io combatto per non essere come minimo arrestata per sottrazione di minori. Guido pianissimo, quando sono con loro cerco di essere prudente come mai. (…) Sono stati mesi terribili: portare in giro due ragazzine che non hanno il tuo cognome e senza un pezzo di carta che ti autorizzi è un’impresa durissima. E rischiosa: in caso di incidente, di allergia o di una banale infezione, i genitori biologici – all’epoca ancora titolari della patria potestà, incredibilmente non decaduta dopo anni di abbandono e di istituto – avrebbero potuto rivalersi su di noi”.

La Palombelli è comunque riuscita, col tempo, a diventare a tutti gli effetti la madre delle bimbe sfortunate:

“Il tribunale, che aveva più volte messo sotto processo il padre biologico per violenze fisiche e altri reati, condannandolo a sei anni in via definitiva, non faceva decadere la patria potestà nonostante gli ormai tre anni di distacco dalle piccole. Senza la dichiarazione dello stato d’abbandono, nessun minore può diventare adottabile. E lui, che non era in carcere (…) continuava a vagabondare”.

Il padre biologico, tra l’altro, non ha esitato a minacciare le sue stesse figlie:

“Le ultime parole che aveva pronunciato all’indirizzo delle suore e che le bambine avevano sentito benissimo erano state gridate: ‘Un giorno tornerò e vi ucciderò tutte’. Ogni tanto Serena continua a chiedermi: ‘Non è che un giorno ci trova?’.

L’uomo, ad ogni modo, è morto di tubercolosi, ma fino ad allora i Rutelli non hanno mai potuto portare Serena e Monica nei centri commerciali o nei luoghi affollati per paura che potesse incontrarle.

In ogni caso stupisce la scelta di raccontare una vicenda così personale, sempre tenuta segreta, in un libro proprio in questo momento. Non ci si lamentasse, poi, se qualcuno rintracciasse nella concomitanza delle due situazioni una sorta di piano di marketing.



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