Andare a modificare uno status quo che funziona è già di per sè una mossa azzardata. Se poi l’assetto entrante appare più debole del precedente, già dalla partenza, più che di nuova visione strategica sarebbe forse corretto parlare di imminente harakiri. Questo è quello che potrebbe succedere in casa Rai, con l’annunciata chiusura di Rai Movie e di Rai Premium, prevista dal piano strategico fortemente voluto dall’amministratore delegato Fabrizio Salini.
E’ una mossa azzardata non perché lo dicono i social o perché noti attori stanno scendendo in campo per difendere il cinema, bensì per i motivi più banali (e concreti) che possano esserci: i canali raggiungono buoni ascolti, costano poco (Il Giornale dice che incassano 30 milioni di pubblicità a fronte di costi che potrebbero aggirarsi sul milione di euro) e hanno delle programmazioni interessanti. Allo stesso tempo i loro sostituti difficilmente sembrano in grado di eguagliare le loro performance. Il mercato dei canali digitali è ormai saturo, ogni canale ha le sue quote di pubblico fidelizzate e qualsiasi smottamento rischia di provocare danni irreversibili.
Non conosciamo la fisionomia del “nascituro” Rai6, creato dalle ceneri di Movie e Premium e dal taglio femminile, ma realisticamente non otterrà mai la somma degli ascolti dei due canali. Anzi, corre il rischio di fare meno della singola emittente. Del resto le varie La5, Fox Life o La7d non furoreggiano per ascolti.
Rai Premium
Il punto forte di Rai Premium, che è già un canale seguito in maggioranza da donne, è quello di essere riconoscibile anche se privo di contenuti originali. In palinsesto figurano repliche che sulle generaliste non funzionerebbero, svolgendo altresì funzione di cross promotion. E’ vero che per rivedere la tv c’è RaiPlay ma oggi, 2019, e forse per sempre, non è la stessa cosa avere un’alternativa catodica all’on demand. Sul fronte ascolti, Rai Premium, negli anni, ha raggiunto picchi impensabili detenendo il record per un prodotto non sportivo a lunga durata (la telenovela brasiliana Terra Nostra che è arrivata nei pomeriggi estivi a superare l’8% di share nel 2012). Ora si è stabilizzata tra l’1 e l’1.2%, dando spesso filo da torcere a reti ben più costose e ambiziose (come la sorella Rai4 o Real Time).
Rai Movie
Rai Movie ha il pregio di programmare il genere che meglio performa sul digitale terrestre: il cinema. E’ questo già basterebbe a bollare come “insensata” la chiusura. Il genere cinematografico è poi strettamente legato alla cultura, al nostro Paese e al servizio pubblico. Il trend del canale è crescente e, col tempo, è riuscito a colmare la distanza da Iris. Emblematica la serata di lunedì scorso, quando il canale è stato il nono canale nazionale, grazie anche all’apporto del film di prima serata (il classico Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo) che ha raggiunto il 2.76% di share.
Le motivazioni della Rai alla chiusura di Rai Movie
Motivando la chiusura del canale 24, la Rai fa sapere in una nota che:
“Per quanto concerne il contenuto cinematografico si è ritenuto, in linea con una visione più strategica della divisione per canali, di procedere ad una migliore razionalizzazione e valorizzazione dell’offerta elaborata in base alla composizione del pubblico. Per tale motivo, a fronte di una proposta attuale che prevede un solo canale di cinema (Rai Movie), il Piano disegna un’offerta cinematografica ancora più presente su più canali (…) Ciò consentirà, peraltro, di andare maggiormente incontro alle esigenze del pubblico offrendo meno repliche e una più ricca e varia programmazione di cinema, serie tv e contenuti originali”.
Spiegazioni che non convincono. Gli altri canali tematici Rai hanno già del cinema nelle loro programmazioni e aumentarne le dosi significherebbe sacrificare serie tv o show (su Rai4) documentari o teatro (su Rai5). Il rischio usura dei titoli, insito nell’avere un canale cinematografico h 24, è evitabile, invece, ricorrendo a maggiori investimenti o incrementando un’offerta di nicchia. Allo stesso tempo si potrebbe lavorare ad abbassare l’elevata età media dei telespettatori dei due canali. Se poi tiriamo in ballo le “esigenze del pubblico“, il pubblico ha sempre dimostrato di gradire le repliche e soprattutto i canali per genere. Proprio Salini, peraltro, nella sua carriera, ha sparigliato le carte a Fox con un canale legato a un genere (Fox Crime).
I sostituti di Rai Premium e Rai Movie
La Rai, viste le polemiche (ridicole!) di chi giudicava sessista l’idea di fare dei canali maschili (Rai4) e femminili (Rai6) – ha respinto le accuse con argomentazioni dal sapore contraddittorio. In una nota, da Viale Mazzini affermano:
“Quanto al nuovo canale (che nascerà non dalla chiusura ma dalla fusione di Rai Premium e Rai Movie) e a Rai 4, nel Piano Industriale sono stati costruiti tenendo conto della profilazione riguardante generi e fasce di età: l’individuazione di due canali, uno più orientato al pubblico femminile e uno a quello maschile, deriva dalla necessità di costruire un prodotto che sia appetibile per una platea sempre più ampia”.
E poi precisano:
“L’immagine di prodotti appartenenti a una discriminazione di genere basata su modelli relativi a decenni passati appartiene ad una narrazione fuori dal tempo, dalla logica, dall’interesse dell’attuale management e completamente priva di ogni fondamento e, in ogni caso, non appartiene in alcun modo a questo Piano Industriale”.
Non capiamo perchè Rai4 non possa continuare, peraltro, a (tentare di) presidiare i giovani per inseguire i maschi. Le altre novità digitali sono il canale dedicato alle istituzioni e quello in lingua inglese che non ci pare granchè utile (paradosso della Rai sovranista!).
Chi potrà avvantaggiarsi del nuovo contesto competitivo più che le digitali di casa Rai, saranno reti come Iris, speculare a Rai Movie, e Paramount Network, a metà tra Rai Movie e Rai Premium.
1. alessandro ha scritto:
18 aprile 2019 alle 13:23