Un assedio durato ben cinquanta giorni e finito in tragedia. L’invasata follia del fanatismo religioso unita all’altrettanto dissennato eccesso delle armi. Un’escalation di morte che ancora oggi, a ventisei anni di distanza, divide l’America. Waco, la serie tv in arrivo su Paramount Network da sabato 23 marzo (ore 21.10), racconta la storia del sanguinoso evento avvenuto nel 1993 e iniziato dalla perquisizione nella proprietà di David Koresh, il controverso leader della setta dei Davidiani. La miniserie in sei episodi ha un approccio cinematografico ai fatti con crescenti sfumature da thriller d’azione.
Abbiamo visto in anteprima i due episodi iniziali di Waco, quelli in onda sabato 23, che andranno anche in simulcast su Spike (canale 49 dtt). Con un buon ritmo ed un flashforward iniziale, che ritrae il protagonista David Koresh ed i suoi seguaci alle prese con l’improvviso assalto delle forze armate, la serie introduce il telespettatore in una vicenda che offre due principali motivi d’interesse. Il primo è legato alle dinamiche interne alla setta dei Davidiani – branca scissionista degli Avventisti del Settimo Giorno – e al loro autoproclamato profeta David, personaggio dal carisma subdolo ed inquietante. Il secondo riguarda l’uso delle armi e della violenza, aspetto attorno al quale ruoterà poi la componente d’azione della serie tv.
Waco – Trama e storia vera
La storia vera dell’assedio di Waco parte da un antefatto: dall’ordine, da parte del governo degli Stati Uniti, di una perquisizione nella proprietà di David Koresh, pseudonimo di Vernon Howell, predicatore che viveva in un ranch del Texas assieme alla sua comunità di fedeli e che – secondo informazioni fornite da un fuoriuscito della setta – deteneva uno spropositato e sospetto numero di munizioni ed armi illegali. L’uomo, inoltre, era accusato di poligamia, di abuso di droghe e pedofilia.
Nei primi due episodi - Visioni e presagi e I nuovi vicini - trova innanzitutto spazio il racconto della vita nel ranch di David Koresh (interpretato nella dall’attore Taylor Kitsch), dove sono riunite persone di tutti i tipi, che seguono alla lettera le dottrine dell’uomo, vivendo senza acqua corrente e in totale castità (l’unico ad avere rapporti sessuali è infatti lo stesso Koresh, che risulta così essere il padre di tutti i bambini nati nella comune). Tra i seguaci, infatti, c’è anche la coppia formata da Steve e Judy, la quale che scopre di essere incinta di David.
Nel frattempo, in uno scenario di intrighi e segreti, l’ATF (dipartimento dell’FBI per traffico illegale di armi e droga) manda una squadra di sorveglianza nel ranch per indagare sul possesso di armi. Tra i Davidiani e gli agenti dell’FBI, capitanati da Gary Noesner (l’attore Michael Shannon), il dialogo non funziona. Gli agenti passano subito alle maniere forti: iniziano un conflitto a fuoco e un violento assedio durato ben cinquanta giorni, tra il 28 febbraio e il 19 aprile 1993, durante i quali morirono 76 persone, tra cui donne e bambini.
Partendo da un evento realmente accaduto, la serie dei fratelli John Erick Dowdle e Drew Dowdle, per la sceneggiatura trae dichiarata ispirazione soprattutto da testi quali A Place Called Waco di David Thibodeau – uno dei pochissimi Davidiani sopravvissuti al massacro – e Stalling for Time: My Life as an FBI Hostage Negotiator di Gary Noesner, negoziatore dell’Fbi durante i giorni di assedio dei Davidiani.
I due punti di vista convergono in una trama che già nei primi episodi cerca di cogliere gli aspetti più contraddittori dei protagonisti di una strage in cui diventa difficile distinguere chi potesse ritenersi dalla parte del giusto. Non certo un santone ambiguo e manipolatore che ha finito per immolare se stesso ed i suoi seguaci nel nome del fanatismo. Non certo le forze militari, con la loro implacabile e sconsiderata reazione di fuoco.