5
marzo

Il Nome della Rosa: una fiction d’avanguardia, che richiede attenzione

Il Nome della Rosa - Rupert Everett

Il Nome della Rosa - Rupert Everett

Qualche anno fa avremmo bollato Il Nome della Rosa come un prodotto poco adatto alla tv. Troppo cupo, violento, troppo complesso per questo tipo di fruizione, troppo “scritto” per essere rappresentato dalle immagini del piccolo schermo. Ma la tv in questi anni è cambiata ed è cambiato soprattutto il pubblico generalista, che ha smesso di aspettarsi ed apprezzare solo un certo tipo di prodotti; si è aperto al nuovo e anche alle offerte di nicchia (almeno a primo acchito), qual è la nuova fiction di Rai 1.

Il Nome della Rosa: un prodotto complesso e ben realizzato

Il Nome della Rosa è una coproduzione internazionale, realizzata in grande e con attori di spessore, che sanno dare anima ai propri personaggi; impressionante in particolare la trasformazione di Rupert Everett, noto al pubblico soprattutto per ruoli brillanti e qui spietato e glaciale nei panni di Bernardo Gui. Scenografie, trucco e costumi hanno permesso un’ottima contestualizzazione e la fotografia, fredda e scura, è servita a creare un’atmosfera noir che ben rappresenta il mistero che aleggia nel romanzo di Umberto Eco.

Trasportare sullo schermo un trattato di semantica del genere non era un’impresa facile, e di certo sentir recitati alcuni discorsi è diverso dal leggerli, molto più immediato e meno meditativo. La visione de Il Nome della Rosa richiede dunque un’attenzione notevole perchè il rischio di perdersi è dietro l’angolo e aumenterà nelle prossime puntate, quando Guglielmo da Baskerville (John Turturro) sarà chiamato a dare ancora maggiore prova della sua arte retorica.

I tempi in cui la Rai non mostrava in prima serata scene di violenza, ma le edulcorava in ogni modo possibile, sono ormai veramente lontani. La fiction diretta da Giacomo Battiato si è presentata fin dai primi minuti come un concentrato di torture, sangue, donne arse vive e anche di nudi che, uniti alla critica sempre attuale nei confronti della Chiesa, ne fanno, nonostante lo stampo “antico”, un prodotto d’avanguardia.

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