L’ottava edizione di MasterChef si sta distinguendo per l’impossibilità di fare previsioni: superata la sesta puntata, non si può ancora immaginare chi meriti davvero di vincere, e anche le eliminazioni riservano di volta in volta qualche sorpresa. Ieri sera hanno dovuto abbandonare la Masterclass il gommista Vito, che forse era effettivamente fuori contesto (come ha ammesso lui stesso) ma anche il giovanissimo macellaio Samuele, che invece aveva ancora qualche carta da giocare.

MasterChef 8: nella sesta puntata eliminati Vito e Samuele

Quello che di certo c’è sono i nomi di coloro che vogliono vincere, per principio o estrema ambizione, e che puntata dopo puntata dimostrano di non avere amici e di essere disposti a tutto per raggiungere l’obiettivo. Il primo è Gilberto, lo studente di Verona decisamente agguerrito, che, come ha detto ieri la settantaduenne Anna, “se la tira un po’“: i suoi sguardi micidiali a coloro che risultano migliori nelle prove lasceranno il segno, così come i suoi commenti indisponenti, i sorrisetti diabolici dinanzi agli sbagli degli altri e la delusione feroce quando i giudici criticano le sue creazioni.

Altrettanto sottile, ma più simpatico all’impatto, è il comandante di navi mercantili Salvatore, temuto dagli altri, preparato e “pericoloso”. Nella sesta puntata, mettendo da parte le proprie velleità artistiche, che spesso lo avevano spinto a creare piatti eccessivi e pretenziosi, ha vinto la Mystery Box con un minestrone, dimostrando grande furbizia e capacità di andare incontro alle richieste dei giudici.

Il più controverso di tutti è però il piemontese Guido, severo ed austero, guardato con estremo rispetto dagli avversari, che sembrano quasi temere di contraddirlo. Nella prova in esterna di ieri si è comportato da capo, indisponendo Gloria, che quel titolo se l’era guadagnato vincendo l’Invention Test; la sua tracotanza, mitigata dalla sua calma estrema, rivela una grande sicurezza in se stesso, che lo porta a criticare duramente gli altri senza farsi problemi, e lo aiuta anche ad incassare le critiche con nonchalance, come se fossero un piccolo fastidio dovuto.

Sono loro tre, per il momento, a governare il gioco.

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