24
gennaio

Iva Zanicchi VS Baglioni: «Mi aspettavo un premio per Zingara». E sulle canzoni di Sanremo: «Chissà che stronz**e ha messo dentro solo per altre ragioni»

Iva Zanicchi

Iva Zanicchi

Tutti contro Claudio Baglioni. Lo sport più diffuso in queste settimane consiste nel contestare le scelte del cantante e conduttore del prossimo Festival di Sanremo. Nel mirino, ancora una volta, l’esclusione dalla kermesse di Caramelle, brano contro la pedofilia di Pierdavide Carone e dei Dear Jack, presentato ieri sera a La Repubblica delle Donne di Piero Chiambretti. Se la discussa scelta di Baglioni non ha (apparentemente) scosso più di tanto gli stessi autori, che con una certa diplomazia hanno ribadito di astenersi da giudizi fino a quando non avranno ascoltato le canzoni selezionate, della stessa filosofia non è stata Iva Zanicchi.

L’Aquila di Ligonchio ha più volte punzecchiato il cantante, in primis quando Chiambretti le ha domandato se fosse dispiaciuta di non essere stata chiamata per presenziare e festeggiare sul palco dell’Ariston i “50 anni di Zingara”, che proprio nel 1969 vinse il Festival. La cantante confessa:

Io me l’aspettavo, dico la verità, ci sono state persone che hanno premuto affinché mi dessero un premio, ma dato che di solito il premio lo si dà quando si è ad un passo dalla tomba… tiè, io non lo voglio, tiè caro Baglioni, tienitelo il tuo premio anche perché non sei tanto giovane, abbiamo pochi anni di differenza”.

Ironia, si direbbe. Ma poco dopo commentando il brano presentato da Carone e i Dear Jack, l’invettiva si fa più aspra:

“Il testo è da brivido, due sono le cose: o a Sanremo ci sono quest’anno delle canzoni che fanno tremare i muri, oppure Baglioni è sordo completamente e non può più fare quello che fa. Perché non può avere ascoltato una canzone come questa e averla scartata, dal momento in cui Baglioni decide lui, dice”.

E infine la stoccata finale che allude probabilmente ai vari conflitti di interessi di Baglioni (se n’è parlato peraltro nella stessa trasmissione):

Non puoi eliminare una canzone come questa e chissà che stronz**te ha messo dentro solo per altre ragioni che noi non conosciamo, anzi, che voi non conoscete, ma che io conosco molto bene”.

Anche Cristiano Malgioglio è d’accordo:

I signori di Sanremo avevano il terrore o la paura che questo brano vincesse, ma ha già vinto Sanremo”.

Sebbene esagerate, le parole di Cristiano Malgioglio non sono del tutto sbagliate. Non godrà della vetrina di Sanremo, ma Caramelle, grazie all’abile tam tam mediatico delle ultime settimane, orchestrato dal potente Lorenzo Suraci – proprietario di RTL 102.5 nonchè manager del gruppo – ha sicuramente avuto la sua buona dose di promozione e pubblicità. Forse addirittura superiore a quella che avrebbe avuto se fosse stato uno qualsiasi tra i 23 brani non vincitori del prossimo Festival.



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4 Commenti dei lettori »

1. marco ha scritto:

24 gennaio 2019 alle 15:06

GRANDE IVA !!!!



2. Luciana Festuccia ha scritto:

24 gennaio 2019 alle 15:40

Posso solo dire, strano nessuno l’abbia notato ed evidenziato, che l’anno scorso è successa la stessa identica cosa, è stata scartata una “Foto di te e di me” di Marco Carta, con il peso e il significato che tutti sanno, lo vogliamo dire che avrebbe vinto a mani basse ed è per questo che non l’hanno voluto?
Ed ora la storia si ripete, altro che qualità delle canzoni, qui ci sono interessi che esulano dalla bravura degli artisti, dalla bellezza testi e soprattutto dai gusti della gente.



3. Gelsomina ha scritto:

24 gennaio 2019 alle 15:42

Hanno avuto anche la fortuna fi avere un manager potente..altrimenti con il cavolo che sarebbe venuta fuori l’esclusione. Chissà quanti brani vengono esclusi..migliori di quelli che ci propina Baglioni! Faccio un esempio. L’anno scorso il sig. Baglioni ha escluso un brano con un messaggio molto bello..dal titolo “Una foto di me e di te” interpretato da Marco Carta.



4. Sabato ha scritto:

24 gennaio 2019 alle 15:47

Nessuno nega che dietro alla scelta dei cantanti ammessi in gara possano esserci anche dinamiche che vanno al di là della bellezza della canzone (il potere di certi agenti, il sostegno di certe case discografiche, amicizie, ecc.), ma trovo assurdo il fatto che Carone e i Dear Jack non prendano nemmeno in considerazione l’idea di essere stati scartati perché meno forti (a livello musicale, televisivo, comunicativo… quello che vuoi!) degli altri candidati.
Per quanto tempo ancora andranno in giro a piagnucolare per la loro esclusione, parlando di censura, incuranti del peso e del valore di questa parola? Il posto nella rosa dei 22 prescelti non è un diritto e se si viene scartati non è necessariamente perché vittime di un complotto! Vi ricordo che in passato ci sono state bocciature molto più clamorose: grandi artisti tagliati fuori dalla rosa finale, canzoni bellissime entrate in gara ma arrivate ultime, ecc.

Vi dirò, inoltre, che la canzone Caramelle, a mio parere, non è quel capolavoro che si dice! Complimenti a Carone e ai Dear Jack per la scelta del tema delicato e per la scrittura della musica e di alcuni passaggi del testo, che trovo però “incompleto”: racconta due episodi di violenza, fra l’altro piuttosto fumettistici, e lascia la trama in sospeso, senza un seguito (la denuncia? Il racconto di quanto successo ad un genitore? La chiusura in se stessi ed il dramma interiore?) ed una speranza (la giustizia e l’elaborazione del trauma).



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