«Madreh», che caos! L’ansia da prestazione e la voglia di spiazzare ad ogni costo hanno un po’ fregato quelli di Mai dire Talk. Il programma comico, che ha debuttato ieri sera su Italia1, si presentava al pubblico accompagnato da una certa attesa e da un onere: quello di ironizzare sull’attualità senza però tradire lo storico e garantito marchio di fabbrica targato Gialappa’s Band. La soluzione televisiva adottata per compiere l’impresa, tuttavia, è stata confusionaria all’esordio, soprattutto a motivo di una scaletta sconclusionata e caotica, per l’appunto, salvata in corner solo dalla prestazione del Mago Forest e della Gialappa’s stessa.
Il trio comico e il conduttore siciliano, infatti, hanno impresso allo show una vivacità dovuta più all’improvvisazione che alle battute messe a copione (peraltro ben distinguibili). Il bello di Mai dire, in fondo, è sempre stato questo. Leggermente impacciato nei primi minuti di trasmissione, Forest si è presto calato nel ruolo, trovando facile sintonia con i Gialappi.
A rallentare il ritmo, paradossalmente, è stata proprio l’intenzione di stravolgere le regole del talk show, ribadita anche dal titolo della trasmissione. Invece di perculare i tradizionali dibattiti televisivi e di sbeffeggiarne i tic – come ci saremmo aspettati che accadesse, magari anche con riferimenti espliciti – la nuova trasmissione è in parte ricaduta nei cliché che caratterizzano e rendono noiosi i suddetti programmi. A cominciare dall’inconsistenza di certi interventi. Del resto il parterre di ospiti, deboluccio o forse solo mal assortito, non è stato valorizzato adeguatamente: inutile riunire Giulia De Lellis, Paolo Guzzanti, Marina La Rosa, Aurora Ramazzotti, Paola Di Benedetto e Gio Evan (solo per citarne alcuni) se poi non sai dare fuoco alle polveri.
Ancora in fase di rodaggio la doppia co-conduzione al femminile, affidata a Greta Mauro e Stefania Scordio. La prima è apparsa più spigliata, la seconda, abituata alla compostezza dei tg, più in difficoltà e ancorata al copione. L’aspetto che andrebbe maggiormente rivisto, tuttavia, riguarda la scaletta, che nella première è stata caotica e caratterizzata anche da scelte discutibili, come quella di dilazionare eccessivamente la messa in onda delle gag e dei trailer, materiale che invece gli aficionados di Mai Dire aspettavano sin dai primi minuti.
Al riguardo, il ritorno di Sensualità a Corte piazzato alle 23.24 risulta emblematico, così come le imitazioni di Giorgia Meloni e del premier Conte relegate dopo la mezzanotte. (De)merito di una durata decisamente eccessiva per il nuovo Mai dire Talk: quasi 3 ore e mezza di trasmissione sono troppe, soprattutto quando hai a che fare con un tipo di comicità che dà il meglio di sé nei tempi brevi, nelle gag paradossali seguite da fulminei scambi di battute.
1. il-Cla83 ha scritto:
30 novembre 2018 alle 14:48