2
dicembre

TEATRO IN TV: SARA’ LA VOLTA BUONA?

Teatro Petruzzelli (Bari)

Cultura in tv: tutti la vogliono e tutti la cercano, ma quanti poi la guardano in effetti? Tanto di cappello al nobile proposito di Mauro Mazza di ridare all’ammiraglia Rai un ruolo di valorizzatrice del patrimonio della prosa italiana, complice forse la crescita del teatro su Raidue, rivitalizzato dalla cura Costanzo.

Qualcosa si muove, finalmente. Dopo l’apertura dell’etere alla lirica, salutata con grande favore dagli stessi protagonisti, con lo speciale di Che tempo che fa dedicato alla Carmen di Bizet e con le piccole riduzioni delle arie per gli spettatori di Amici, pare che anche la prosa sarà sdoganata nel tubo catodico, passando per la porta principale del prime time di Raiuno.

Si punterà su grandi nomi, grandi tradizioni e un progetto ormai sicuro che vedrebbe l’appeal di Massimo Ranieri unito alla grande epopea del teatro di De Filippo. La scommessa è stimolante e coraggiosa, e non può non essere apprezzata da chi, da anni, richiama il servizio pubblico a una logica di programmazione diversa.

Resta però da capire come proporre lo spettacolo in tv; la riflessione sulla televisività del teatro infatti è vecchia almeno quanto la storia della tv. La maggior parte degli studiosi si è espressa contro le possibilità di osmosi, ribadendo l’estrema diversità dei due media.

Al di là delle diverse coordinate spazio-temporali che le due modalità di fruizione mettono in atto, quello che fa del teatro un mondo magico è quello che gli artisti chiamano il profumo della polvere del palcoscenico, quel rito di tacita convenzione che s’instaura nel confine della quarta parete. Lo spettatore a teatro naviga nella rappresentazione con una libertà di sguardo che per limiti fisici la regia televisiva non può garantire, così come l’aver presente sempre la sala nella visione impedisce al telespettatore di istituire a pieno spirito il patto di finzione con gli interpreti.

Nonostante i limiti insiti nelle specificità del mezzo, è un’opzione che comunque andrebbe provata ancora una volta, sperando che si valuti al meglio la possibilità di contestualizzare al meglio lo spettacolo  fornendo un apparato critico essenziale agli spettatori della tv, spesso lontani dai teatri.

Ennesima bella illusione o decisiva svolta di comunicazione? Sarà il tempo a rispondere.



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3 Commenti dei lettori »

1. roberto ha scritto:

2 dicembre 2009 alle 13:41

MAGARI!!!
Mi piacerebbe tantissimo rivedere la Signora delle Camelie con Rossella Falk



2. lele ha scritto:

2 dicembre 2009 alle 19:25

appoggio pienamente il direttore di Rai Uno x l’idea
un po’ di teatro in tv penso che non sia una strage x gli inserzionisti pubblicitari



3. ester ha scritto:

3 dicembre 2009 alle 09:31

Rieducare il pubblico televisivo al bello e all’intrattenimento di qualità sarà dura, ma qualcuno deve pur cominciare..
E’ un’ottima iniziativa, non vedo l’ora che inizi, finalmente vedremo veri artisti in tv



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